martedì 31 dicembre 2019

Apologia di Socrate ; Critone / Platone

Apologia di Socrate ; Critone / Platone ; introduzione, traduzione e note di Maria Michela Sassi. - Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1993 (BUR. L ; 911). - 219 p. : ill. ; 18 cm. - Testo orig. a 
fronte.

La lingua greca / Maurizio De Rosa

La lingua greca : una storia lunga quattromila anni / Maurizio De Rosa. - Athens : ETP books, 2019 (Saggi & Critici ; 03). - X, 248 p. : ill. ; 21 cm.

Nostalgia / Eshkol Nevo

Nostalgia / Eshkol Nevo ; traduzione dall'ebraico di Elena Loewenthal ; revisione di Raffaella Scardi sulla base delle indicazioni apportate al testo originale dall'autore. - Vicenza : Neri Pozza, 2014 (Bloom ; 77). - 411 p. ; 22 cm. - Ebook


Incipit
"Un tempo campo di transito per i nuovi immigrati del Kurdistan, Maoz Tzion, detto il Castel per via di un fortino in cima a una collina, è ora un insieme indistinto di villette e baracche, di case e macerie, strade linde e vicoli fatiscenti. Dopo tante catapecchie condivise, i litigi per i conti e i turni per la doccia, Amir, studente di psicologia a Tel Aviv, e Noa, studentessa di fotografia a Gerusalemme, hanno preso casa al Castel. L'appartamento trovato non è, certo, quanto di meglio si possa desiderare. Un bilocale con un salotto grande quanto una cucina, una cucina grande quanto un vano doccia e un vano doccia con la spatola per girare via l'acqua quando si allaga. Ma per Amir e Noa è un palazzo dove possono vivere come un re e una regina, girare per il salotto e mutande Il fare l'amore dappertutto, a qualunque ora, senza temere che il coinquilino rientri in anticipo".

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flaneri.com
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Teeteto / Platone

Teeteto / Platone ; introduzione, traduzione e commento di Franco Ferrari. - Milano : BUR Rizzoli, 2013 (BUR Rizzoli. Classici greci e latini). 533 p. ; 20 cm. - Testo greco a fronte.



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Salonicco 1943 / Nico Pirozzi

Salonicco 1943 : agonia e morte della Gerusalemme dei Balcani / Nico Pirozzi. - Sarno : Edizioni dell'Ippogrifo, 2019 (Historiae ; 4). - 231 p. : ill. ; 23 cm.


Incipit:
"A dispetto del tempo che scorre e degli uomini che dimenticano per una parte degli abitanti di Salonicco quel villino di inizio Novecento, dallo stile marcatamente neobarocco, l'hanno continuato a chiamare Oikia Salém: la casa di Emmanouìl Salém, il facoltoso avvocato tessalonicese di origini ebraiche che, nel 1907, ne affidò la costruzione a Xenofòn Paionìdis, uno dei più famosi architetti del suo tempo. Per gli autisti della Oasth, l'azienda di trasporto urbano di Salonicco, che dalle cinque di mattina a mezzanotte passata attraversano Leoforos Vassilissis Olgas, la fermata in prossimità del civico contrassegnato dal numero 20 è da quarant'anni, Paliò italikò proxenéio: il vecchio consolato italiano, che sul finire degli anni Settanta traslocò in una più modesta dimora.
Della sontuosa casa di Salém e di quel lembo d’Italia in terra di Macedonia, carico di storia e di ricordi, oltre al toponimo sopravvive solo un giardino invaso da arbusti ed erbacce e una vecchia palazzina con le persiane semidivelte, le ringhiere corrose dalla ruggine e gli intonaci scoloriti e cadenti, che solo una fervida immaginazione può associare a quel gioiellino di architettura eclettica che, per decenni, è comunque stato".



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salonicco-1943
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Patria / Aramburu Fernando

Patria / Aramburu Fernando. Traduzione di Bruno Arpaia. - Milano : Ugo Guanda editore, 2017. - 632 ; 23 cm. - (Narratori della Fenice). - ISBN 978-88-235-1910-7. Ebook

Incipit:

"Eccola lì, la poverina. Va a infrangersi su di lui. Come s’infrange un’onda sugli scogli. Un po’ di schiuma e ciao. Non vede che non si prende nemmeno la briga di aprirle la portiera? Sottomessa, più che sottomessa.
E quelle scarpe con i tacchi e quelle labbra rosse a quarantacinque anni? Con la tua classe, figlia mia, con la tua posizione e i tuoi studi, cos’è che ti fa comportare come un’adolescente? Se l’aita fosse vivo...
Al momento di salire in macchina, Nerea rivolse lo sguardo alla finestra; immaginò che, dietro la tenda, sua madre la stesse come al solito osservando. E sì, anche se lei dalla strada non poteva vederla, Bittori la stava guardando con tristezza e con le sopracciglia aggrottate, e parlava da sola e sussurrò eccola lì, la poverina, solo un ornamento di quel vanitoso a cui non è mai passato per la testa di far felice qualcuno. Non si rende conto che una donna dev’essere proprio disperata per cercare di sedurre il marito dopo dodici anni di matrimonio? In fondo è meglio che non abbiano avuto figli. Nerea agitò brevemente la mano per salutare prima di infilarsi nel taxi. Sua madre, al terzo piano, nascosta dietro la tenda, distolse lo sguardo. Al di sopra dei tetti si vedevano un’ampia striscia di mare, il faro dell’isola di Santa Clara, nubi tenui in lontananza. La signorina delle previsioni del tempo aveva annunciato sole. E lei, ah, come mi sto facendo vecchia, guardò di nuovo la strada e il taxi era già scomparso".

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Max Fox, o Le relazioni pericolose / Sergio Luzzatto

Max Fox, o Le relazioni pericolose / Sergio Luzzatto. - Torino : Einaudi, 2019 (Frontiere Einaudi). - 310 p. : ill. ; 23 cm. Ebook

Incipit

"Non sapevo bene cosa aspettarmi da quella giornata, e per un bel pezzo di strada quasi non ci ho pensato. Un po’ perché quando guido non riesco mai a riflettere sul serio, ad arrivare in fondo a un ragionamento, un po’ perché dopo lo scambio di mail del giorno prima – «Gentile dottor De Caro», «Gentilissimo professore» – tutto era andato così in fretta che mi era mancato il tempo di prepararmi. Di prepararmi mentalmente, intendo dire. Nel mio mestiere di storico, è chiaro, di criminali ne avevo incontrati tanti. Anche troppi, e ben peggiori di quello lí. Terroristi della Francia rivoluzionaria. Squadristi del Fascio primigenio. Aguzzini di Salò. Carnefici di Auschwitz. Ma nonostante la smisurata quantità di male che emanava da loro, erano rimasti pur sempre, nel mio vissuto, criminali di carta. Da professionista del passato, non avevo dovuto incontrarli che in effigie, attraverso i documenti d’archivio. Adesso era diverso. Quel venerdì 20 novembre 2015, avevo appuntamento con un delinquente in carne e ossa. Reo confesso. Grande o piccolo, un criminale a tu per tu.
Ad ogni modo, contavo le ore per arrivare a Verona. E mi sentivo un po’ come Javier Cercas: il mio scrittore spagnolo preferito, che non aveva resistito alla tentazione di un rapporto diretto con il formidabile mitomane Enric Marco, finto militante dell’opposizione antifranchista, fintissimo deportato nei Lager nazisti. In effetti, ero fresco di lettura dell’ultimo libro di Cercas, L’impostore. Ed era stato leggendo quel libro che avevo avuto la folgorazione: era stato così che un progetto si era trasformato in un programma. Studiare la storia di Marino Massimo De Caro, il ladro di biblioteche, il «mostro dei Girolamini», avrebbe avuto senso unicamente se fossi riuscito a costruire con lui un rapporto diretto. Quand’anche – inevitabilmente – un gioco di ruoli. Anzi, un gioco del gatto col topo. Un inseguimento senza fine tra storia e memoria, realtà e finzione, verità e menzogna, onestà e raggiro, dello stesso genere di quello che aveva impegnato Cercas con Marco. Il mio progetto avrebbe avuto senso unicamente se De Caro avesse accettato di diventare il mio impostore".

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Un'Odissea / Daniel Mendelsohn

Un' Odissea : un padre, un figlio e un'epopea / Daniel Mendelsohn. - orino : Einaudi, 2019. - 319 p. ; 22 cm.

Incipit

"Una sera di gennaio di qualche anno fa, poco prima che iniziasse il semestre nel quale avrei tenuto un seminario sull’Odissea per gli studenti del primo anno, mio padre, ricercatore scientifico in pensione allora ottantunenne, mi chiese, per ragioni che sul momento pensavo di aver compreso, di poter seguire il mio corso, e io gli dissi di sì. E cosí, per le sedici settimane successive, fece una volta alla settimana il lungo viaggio dalla casa nei sobborghi di Long Island dov’ero cresciuto, una modesta villetta a piani sfalsati in cui lui e mia madre continuavano ad abitare, fino al campus di Bard, il piccolo college sulla riva del fiume dove insegno. Lí, ogni venerdì mattina alle dieci e dieci, prendeva posto fra le matricole che seguivano il corso, ragazzi e ragazze di diciassette o diciott’anni, nemmeno un quarto della sua età, e partecipava alla discussione su quell’antico poema, un’epopea che narra di lunghe peregrinazioni e lunghi matrimoni e di cosa significa struggersi per il desiderio di casa.
All’inizio del semestre era ancora pieno inverno e, quando non era impegnato a cercare di convincermi che l’eroe del poema, Odisseo, in realtà non è un «vero» eroe (perché, diceva, è un bugiardo e tradisce la moglie!), mio padre si angustiava per le condizioni climatiche: la neve sul parabrezza, il gelo sulle strade, il ghiaccio sui vialetti. Aveva paura di cadere, diceva, con un accento che serbava ancora qualche traccia della sua infanzia nel Bronx. E, dato che aveva paura di cadere, avanzavamo con circospezione lungo i passaggi pedonali che portavano all’edificio dove facevo lezione, una scatola di mattoni studiatamente inoffensiva quanto un albergo Marriott, o su per il vialetto che conduceva alla casa dagli spioventi acuti ai margini del campus dove risiedevo per alcuni giorni alla settimana. Per non dover fare due volte in un giorno quel viaggio di tre ore, di solito mio padre si fermava da me a dormire nella camera degli ospiti che uso come studio, e si allungava sul divano letto striminzito che da bambino era stato il mio giaciglio – un basso letto di legno che aveva costruito con le sue mani quand’ero stato abbastanza grande da abbandonare il lettino con le sbarre. C’era una cosa riguardo a quel letto che sapevamo solo io e lui: era stato ricavato da una porta, una dozzinale porta cava a cui mio padre aveva attaccato quattro gambe robuste, assicurandole con staffe metalliche oggi altrettanto salde di cinquant’anni fa, quando aveva unito il metallo al legno. Questo letto, col suo divertente piccolo segreto impossibile da scoprire a meno che si sollevi il materasso, è il giaciglio dove mio padre dormiva una volta alla settimana durante quel semestre primaverile del seminario sull’Odissea, poco prima che si ammalasse e che io, i miei fratelli e mia sorella ci trovassimo a fare da genitori al nostro genitore, osservandolo con ansia mentre sonnecchiava a sprazzi in una serie di enormi ed elaborati marchingegni meccanici che non sembravano neanche letti ed emettevano un forte ronzio mentre si inclinavano e salivano e scendevano come gru. Ma questo sarebbe avvenuto in seguito". 

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www.lavoroculturale.org/odissea-mendelsohn/
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Le signore in nero / Madeleine St John

Le signore in nero : [romanzo] / Madeleine St John ; prefazione di Helena Janeczek ; traduzione di Mariagiulia Castagnone. - Milano : Garzanti, 2019 (Narratori moderni) . - 197 p. ; 22 cm. Ebook

Incipit

"Alla fine di una calda giornata di novembre Miss Baines e Mrs Williams, due commesse del reparto donna di Goode’s, si stavano lamentando a vicenda, mentre si toglievano l’abito nero prima di andare a casa. «Mr Ryder non è così male», disse Miss Baines, riferendosi al loro caporeparto. «La vera rompipalle, se mi consenti l’espressione, è Miss Cartright.» Miss Cartright era la responsabile degli acquisti, e a quanto pareva, non dava loro un attimo di respiro. Mrs Williams scrollò le spalle e prese a incipriarsi il naso. «Diventa una iena in questo periodo dell’anno», osservò. «Vuole avere la certezza che ci guadagniamo i nostri bonus.» «Come se potessimo evitarlo!» esclamò Miss Baines. «Ci spremono come limoni.» Il che era assolutamente vero. Mancavano solo sei settimane alle feste, i clienti arrivavano a frotte e gli abiti sparivano dagli espositori come travolti da un turbine, tanto che quella sera Mrs Williams, mentre lavava la biancheria intima nel lavandino, ebbe l’improvvisa sensazione che la sua vita stesse scorrendo via insieme con l’acqua del risciacquo che precipitava gorgogliando nello scarico. Comunque fosse, si riprese e continuò con le sue faccende, mentre, tutt’attorno, la notte dell’estate australiana pulsava di vita."

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Il cardellino / Donna Tartt


Il cardellino / Donna Tartt ; traduzione di Mirko Zilahi dè Gyurgyokai. - Milano : Rizzoli, 2014. - 892 p. ; 24 cm. Ebook


Incipit:

"Quand’ero ancora ad Amsterdam, per la prima volta dopo anni sognai mia madre. Ero rimasto confinato nella mia stanza d’albergo per più di una settimana, terrorizzato all’idea di chiamare chicchessia o di mettere il naso fuori, il cuore che fremeva e sussultava anche al più innocuo dei rumori: il campanello dell’ascensore, l’andirivieni del carrello del minibar, persino i campanili delle chiese che scandivano le ore, de Westertoren, Krijtberg, un clangore dai contorni vagamente oscuri, come i presagi di sventura delle fiabe. Durante il giorno me ne stavo sul letto e mi sforzavo di decifrare le notizie in olandese alla TV (impresa impossibile, dal momento che non conoscevo una parola di olandese) e, quando rinunciavo, mi sedevo accanto alla finestra a fissare il canale, il cappotto di cammello gettato sui vestiti che indossavo, perché avevo lasciato New York in fretta e furia e le cose che avevo portato con me non erano abbastanza calde, nemmeno al chiuso.

Fuori tutto era fermento e allegria. Era Natale, di sera le luminarie luccicavano sui ponti dei canali; dames en heren con le guance rosee, le sciarpe svolazzanti nel vento gelido, sferragliavano sull’acciottolato in sella alle biciclette, gli abeti legati ai portapacchi. Nel pomeriggio una piccola band amatoriale si esibiva in canti natalizi che indugiavano lievi e metallici nell’aria invernale".

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domenica 29 dicembre 2019

Risposte nella polvere / Rosamond Lehman

Risposte nella polvere / Rosamond Lehmann ; traduzione di Maria Luisa Agosti Castellani ; introduzione di Jonathan Coe ; postfazione di Anna Nadotti. - Torino : Einaudi, 2014 (Einaudi stile libero. Big). - XII, 437 p. ; 22 cm.

Incipit:

"Quando Judith ebbe diciotto anni, vide che la casa vicina, vuota da tempo, stava per essere riaperta. I giardinieri tosavano e ritosavano il prato, passavano e ripassavano il rullo sul campo da tennis e piantavano tulipani e nontiscordardimé nei vasi di pietra che costeggiavano il prato in riva al fiume. Le fluenti propaggini dell’edera venivano strappate dalle finestre, e la solida facciata di pietra grigia prendeva un aspetto lindo e ordinato. Quando si alzarono gli avvolgibili e dalle finestre delle camere da letto si videro occhieggiare le note cornici degli specchi ovali, fu come se quel lungo periodo di vuoto non ci fosse mai stato, come se i ragazzi della casa accanto fossero ancora lí con la loro nonna: ragazzi misteriosi, inquietanti, che andavano e venivano ed erano tutti cugini, tranne due che erano fratelli, e tutti maschi, tranne una che era una ragazza, e che, scavalcando il muro vicino al pesco, saltavano nel giardino di Judith per invitarla al tè e a giocare a nascondino.
Ma in realtà, adesso, tutto era diverso. La nonna era morta subito dopo aver saputo che Charlie era caduto. Charlie era stato il suo prediletto, il suo beniamino: fra la generale sorpresa aveva sposato Mariella, la ragazza, quando avevano tutt’e due diciannove anni e lui stava per andare al fronte. Era rimasto ucciso subito, e pochi mesi dopo Mariella aveva avuto un bambino".

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mercoledì 18 dicembre 2019

Le libere donne di Magliano / Mario Tobino

Le libere donne di Magliano/ Mario Tobino. - Milano : A. Mondadori, 1964. - 195 p. ; 20 cm.

Incipit

Oggi è arrivata, proveniente da Firenze, una malata, una matta, giovane, fresca, alta, con lo stampo della salute fisica. Quando sono entrato nel reparto era seduta a letto e mangiava con golosità. Aveva la camicia aperta sì che si vedeva comodamente un seno. Non aveva alcun pudore, neppure la finzione del pudore. È affetta da schizofrenia, quella malattia mentale che scompone la persona umana rendendola senza senso e senza scopo.

Tutti gli infermieri e le infermiere sono di origine contadina, di secolari famiglie contadine.
È aprile, piove continuamente ed è tornato freddo. Hanno il muso lungo per paura della brinata.

Il manicomio è su un colle, un piccolo colle, nella vasta pianura lucchese. Il colle si chiama S. Maria delle Grazie. Il paese più vicino è Magliano, ed è questo nome che è celebre nella provincia di Lucca. Essere stati a Magliano significa, ridendo, essere stati matti.



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mercoledì 11 dicembre 2019

Angolo di riposo / Wallace Stegner

Angolo di riposo / Wallace Stegner ; postfazione di Barbara Lanati ; traduzione di Ernestina Pellegrini e Edward Tosques. - [Milano] : BUR Rizzoli, 2010. - 796 p. ; 20 cm

Incipit:
"Penso che finalmente mi lasceranno stare. Certo Rodman è venuto qui sperando di trovare le prove della mia mancanza di autosufficienza – sebbene non dovrebbe essere facile per lui spiegarsi come un invalido abbia potuto far restaurare la casa, portare qui la propria biblioteca e trasferircisi senza destare i sospetti dei suoi attentissimi figli. Sono orgoglioso di come ci sono riuscito. E questo pomeriggio lui se n’è andato a mani vuote, senza nemmeno uno straccio di quelli che chiama dati.
Così stasera posso starmene seduto qui, con il mangianastri che ronza e non fa più rumore del tempo elettrificato, a dettare nel microfono il posto e la data di una specie di inizio e di una specie di ritorno: il Cottage di Zodiac, Grass Valley, California, 12 aprile 1970."


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libri.forumcommunity
en.wikipedia.org/wiki/Angle_of_Repose

lunedì 14 ottobre 2019

Jane Eyre / Charlotte Bronte

Jane Eyre / Charlotte Bronte. E-book

Incipit:

Non si poteva proprio andare a passeggio, quel giorno. Il mattino, è vero, eravamo andati vagando per un'ora nella brughiera spoglia; ma dopo pranzo (la signora Reed, quando non c'erano invitati, mangiava presto) il freddo vento invernale aveva portato con sé nubi così cupe e una pioggia così penetrante che non si poteva parlare di uscire ancora.
Io ne ero felice: non ho mai amato le lunghe passeggiate, specialmente nei pomeriggi freddi: mi faceva paura tornare a casa nel gelo del crepuscolo, con le dita delle mani e dei piedi intorpidite, il cuore oppresso dai rimproveri di Bessie, la bambinaia, e avvilita dalla consapevolezza della mia inferiorità fisica rispetto a Eliza, John e Georgiana Reed.


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youtube.com/Sara Albanese

domenica 6 ottobre 2019

Con Ovidio : la felicità di leggere un classico / Nicola Gardini

Con Ovidio : la felicità di leggere un classico / Nicola Gardini. - Roma : GEDI, 2018. - 185 p. ; 21 cm. - Edizione speciale per GEDI, su licenza di Giulio Einaudi. - Supplemento a Repubblica.
Ovidio nacque a Sulmona, nell'odierno Abruzzo, nel 43 a.C., trovò il successo e la felicità a Roma w morì esule a Tomis, nell'odierna Romani, il 17 d.C., distrutto nel corpo e nello spirito. In questo libro servirà da esempio eccellente, da classico dei classici, perché ha creato una delle opere più amate, più influenti e più spettacolari di tutti i tempi; varia e ampia, capace di passare con impressionante versatilità dal canto d'amore al racconto mitologico alla fantasia antiquaria allo sfogo autobiografica. Il suo poema maggiore, le Metamorfosi, ha conteso nel corso dei secoli - e forse ancora contende - il primato all'Eneide di Virgilio, ispirando fino ai nostri giorni poeti, romanzieri, drammaturghi, musicisti, psicanalisti e artisti delle più diverse provenienze, lingue e mentalità.




Metamorfosi / Publio Ovidio Nasone ; a cura di Nino Scivoletto. - [Torino] : Utet ; Novara : De Agostini, 2013 (Classici latini) . - 791 p. ; 19 cm. - Testo originale a fronte.


In nova fert animus mutatas dicere formas
corpora; di, coeptis (nam vos mutastis et illas)
adspirate meis primaque ab origine mundi
ad mea perpetuum deducite tempora carmen!
Corpi mutati in nuove forme l'ingegno mi spinge 
a cantare; o dei (infatti voi le avete cambiate)
siate favorevoli alla mia impresa e dalla prima origine del mondo
fino alla mia età accompagnate il mio poema universale.

youtube.com Federico II



Il poema del mito. Ovidio e il suo tempo / Francesca Ghedini. - Roma : Carocci, 2018 (Frecce, 267). - 325 p. : ill. ; 22 cm.



Link: 

letture.org
barbadillo.it
istitutoveneto


venerdì 23 agosto 2019

M : il figlio del secolo / Antonio Scurati

M : il figlio del secolo / Antonio Scurati. - [Milano] : Romanzo Bompiani, 2018. - 839 p. ; 21 cm. -  [ISBN] 978-88-452-9813-4.

Incipit:
Fondazione dei Fasci di combattimentoMilano, piazza San Sepolcro, 23 marzo 1919
Affacciamo sulla piazza del Santo Sepolcro. Cento persone scarse, tutti uomini che non contano niente. Siamo pochi e siamo morti.

Aspettano che io parli ma io non ho nulla da dire.

La scena è vuota, alluvionata da undici milioni di cadaveri, una marea di corpi – ridotti a poltiglia, liquefatti – montata dalle trincee del Carso, dell’Ortigara, dell’Isonzo. I nostri eroi sono già stati uccisi o lo saranno. Li amiamo fino all’ultimo, senza distinzioni. Sediamo sul mucchio sacro dei morti.Il realismo che segue ogni alluvione mi ha aperto gli occhi: l’Europa è oramai un palcoscenico senza personaggi. Tutti spariti: gli uomini con la barba, i padri monumentali melodrammatici, i magnanimi liberali piagnucolosi, gli oratori magniloquenti, colti e fioriti, i moderati e il loro buon senso, cui da sempre dobbiamo la nostra sciagura, i politici decotti che vivono nel panico del crollo imminente, elemosinando ogni giorno una proroga all’inevitabile evento. Per tutti loro la campana è suonata. Gli uomini vecchi saranno travolti da questa massa enorme, cinque milioni di combattenti premono ai confini territoriali, cinque milioni di ritornanti. Bisogna mettersi al passo, passo serrato. La previsione non cambia, farà brutto ancora. All’ordine del giorno è ancora la guerra. Il mondo va verso due grandi partiti: quelli che ci sono stati e quelli che non ci sono stati.






Link:
www.youtube.com/watch (Video con Scurati)

martedì 6 agosto 2019

Caporetto / Alessandro Barbero

Caporetto / Alessandro Barbero. - Bari : Laterza, 2017 (Cultura storica). - 645 p. ; 20 cm

"Alle due del mattino del 24 ottobre 1917, i cannoni austro-tedeschi cominciarono a colpire le linee italiane. All'alba le Sturmtruppen, protette dalla nebbia, andarono all'assalto. In poche ore, le difese vennero travolte e la sconfitta si trasformò in tragedia nazionale. Oggi sappiamo che quel giorno i nostri soldati hanno combattuto, eccome, finché hanno potuto. Ma perché l'esercito italiano si è rivelato così fragile, fino al punto di crollare?"

Link
corriere.it/cultura
qlibri.it/
liberolibro.it
https://www.youtube.com (Conferenza Barbero)
www.youtube.com (Conferenza Barbero)

martedì 30 luglio 2019

Metamorfosi / Ovidio



Metamorfosi / Publio Ovidio Nasone. - A cura di Nino Scivoletto. Torino : UTET, c2000 (Classici latini). - 791 p. ; 20 cm.


Incipit:
In nova fert animus mutatas dicere formas
corpora: di, coeptis (nam vos mutastis et illas)
adspirate meis primaque ab origine mundi
ad mea perpetuum deducite tempora carmen.

E' mio proposito cantare il mutamento di corpi in altri nuovi: o dei (ché siete voi gli autori di quei mutamenti) siate favorevoli alla mia impresa e accompagnate il mio poema universale dall'origine del mondo alla mia età.



Libro mondo, da tenere sul comodino.

Links:

it.wikipedia.org
library.weschool

www.iconos.it/le-metamorfosi-di-ovidio
www.youtube.com/Francesca Ghedini
https://www.youtube.com
https://www.youtube.com/Università di Napoli

lunedì 20 maggio 2019

Patria 1967-1977 / Enrico Deaglio


Patria 1967-1977 / Enrico Deaglio ; con Valentina Redaelli. - Milano : Feltrinelli, 2017.



Nel 1967 Gianni Morandi canta "C'era un ragazzo che come me", De André "Via del Campo2 e Luigi Tenco si spara un colpo di pistola al Festival di Sanremo: si sente nell'aria che qualcosa sta per succedere, e infatti comincia un decennio di rivoluzioni, conquiste, speranze, disamori e misteri. Ma che cosa è successo davvero in quel decennio? Restano parole ed espressioni strane e lontane - il "Sessantotto", L'"autunno caldo", "il palazzo", "Io sono mia", il "compromesso storico", "I lama stanno in Tibet" - a ricordarci quanto tempo è passato e quanto è cambiato il nostro paese. Era la Prima Repubblica, quando la classe dirigente non si chiamava ancora casta e nel segreto, intanto, si preparavano bombe e colpi di stato. Anni in cui tutto un paese perse dolorosamente la propria innocenza, scoprendo quanto fosse feroce e reazionario il suo cuore di tenebra. L'Italia odierna - nella quale i cittadini hanno la mutua, il weekend e una bella serie di diritti - spesso dimentica che tutto questo lo portò quel decennio ormai rimosso. Anni di lamiera, di piombo, di lavatrici, di manganelli. Dell'Italia di quel decennio Enrico Deaglio è un testimone d'eccezione. Con una cronaca in diretta ripercorre storie notissime e altre dimenticate, in un collage di musica, idee, passioni politiche, libri, film, radio libere che hanno segnato un prima e un dopo nella storia del nostro paese. L'Italia di oggi cominciò allora.


Link:
www.youtube.com
marcocobianchi.it

lunedì 25 febbraio 2019

Come non scrivere / Claudio Giunta



Come non scrivere : consigli ed esempi da seguire, trappole e scemenze da evitare quando si scrive in italiano / Claudio Giunta. - [Torino] : UTET, 2018. - 328 p. ; 23 cm. - [ISBN] 978-88-511-5697-8.


Link:

ilpost.it
bookblister.com
pandemia.info

domenica 20 gennaio 2019

Agostino / Alberto Moravia



Agostino / Alberto Moravia. - Milano : Garzanti, 1974. - 113 p. ; 18 cm.(I Garzanti ; 482).


Incipit:
Nei primi giorni d'estate, Agostino e sua madre uscivano tutte le mattine sul mare in pattino. Le prime volte, la madre aveva fatto venire anche un marinaio, ma Agostino aveva mostrato per così chiari segni che la presenza dell'uomo l'annoiava, che da allora i remi furono affidati a lui. Egli remava con un piacere profondo su quel mare calmo e diafano del primo mattino e la madre, seduta di fronte a lui, gli discorreva pianamente, lieta e serena come il mare e il cielo, proprio come se lui fosse stato un uomo e non un ragazzo di tredici anni.

Link:
it.wikipedia.org
library.weschoolfareletteratura.it
Film Agostino/Bolognini