sabato 3 aprile 2010

Nessuno al mio fianco / Nadine Gordimer

Incipit:

"E quello chi era? C'è sempre qualcuno che nessuno ricorda. Nelle fotografie di gruppo soltanto quelli che sono diventati celebri, nel bene o nel male, o le facce che possono essere ricordate attraverso comuni esperienze, occupano lo spazio e il tempo appiattiti sulla lucida carta. Chi poteva essere? Le mani penzoloni, i piedi ben allineati per la macchina fotografica, il sorrisetto di profilo rivolto al personaggio che doveva diventare il centro del momento immortalato, la sola immagine sviluppata con maggiore intensità, e ai margini di questo centro focale c'è un'appendice, che potrebbe anche essere tagliata fuori perchè, nel riconoscimento e nel particolare ricordo che desta la fotografia, la figura periferica non è mai stata presente. Ma se venisse qualcuno e riconoscesse la persona che nessuno ricorda, subito subito si svilupperebbe un'altra lettura della fotografia. Lì ci sarebbe immediatamente qualcos'altro, qualche altro significato, e cioè la presenza di ciò che è stato accettato nel tempo. Qualcosa di segreto, forse, colto così distrattamente".

Il libro racconta le vicende di due coppie, Vera Stark e il marito Ben, una coppia di bianchi, e Sibongile e Didymus Maqoma, neri, nel Sudafrica dell'apartheid, nel momento di passaggio dal regime razzista a quello iniziato con la liberazione di Mandela. In realtà il personaggio centrale è quello di Vera. E' lei che non vuole nessuno al suo fianco: una donna indipendente, libera, sessualmente aperta che sembra vivere solo per il suo impegno politico. Mi ricorda la "militanza" dei sessantottini, nella quale non c'era spazio per la famiglia, l'amore, la vita quotidiana, ma solo per la politica, vissuta giorno per giorno, insieme al sesso. Nel complesso è un libro che non mi è piaciuto, dove prevale l'aspetto dell'introspezione psicologica. Non ho percepito nessuna drammaticità riguardo alle vicende e alla storia del Sudafrica, che è vista dalla piccola prospettiva dei pochi militanti protagonisti. Ci sono anche episodi sanguinosi, ma sembrano scorrere abbastanza lievemente, senza un grande coinvolgimento. Infine, la scrittura è talvolta complicata e contorta ed i dialoghi spesso incomprensibili.

C'è un passo che mi è piaciuto molto. E' una parte del discorso di un delegato ad un Congresso del partito vincitore, che comincia a dovere fare i conti con i compromessi del potere:

"Abbiamo fatto molti compromessi con il passato. Abbiamo inghiottito molte cose indegne. Abbiamo stabilito rapporti che non avremmo mai immaginato possibili o necessari ... Ma se vogliamo veramente servire il nostro popolo, se vogliamo convincerlo, in ogni baracca o accampamento, che quando segna con la croce un pezzo di carta nelle nostre prime elezioni uninominali ha realmente la possibilità di essere guidato e rappresentato da uomini e donne onesti, che non cercano il potere per dormire tra lenzuola di seta, per assicurarsi ingenti stipendi, per corrompere ed essere corrotti, per appropriarsi di denaro e per proteggere altri che rubano, per dissipare i fondi segreti del denaro pubblico con appalti che non saranno mai realizzati, se vogliamo chiedere al nostro popolo di dare fiducia a una nuova costituzione, dobbiamo prima esporre pubblicamente la nostra vita per assicurarne l'integrità, dobbiamo giurare, qui e subito, e ribadirlo in una costituzione che noi non spartiremo mai con il potere ciò che ha spartito il precedente regime. ... Noi non pagheremo gli aerei privati che portano i nostri ministri all'estero, non pagheremo i conti d'albergo pr le loro famiglie e le loro amanti, non daremo appannaggi ai membri del parlamento per guidare le loro Mercedes, non nasconderemo sotto l'etichetta "top secret" le spese di denaro pubblico, che l'opinione pubblica non deve sapere. Non dobbiamo dire alla nostra gente: non vi mentiremo, non vi imbroglieremo, non vi deruberemo ...

Una pagina in cui risplende la bellezza della Politica.