lunedì 10 febbraio 2014

Un'estate in Grecia / Giuseppe Ciulla

CIULLA GIUSEPPE
Un'estate in Grecia / Giuseppe Ciulla. - Milano : Chiarelettere, 2013 (Reverse). - 151 p.


"Canarino è un ricettacolo di artisti e bohémien. Li incontri a qualunque ora del giorno e della notte. Di solito mi mimetizzo sotto i quadri street art alle pareti. Oggi è giorno di vigilia: si aspettano le elezioni, ma anche l’epica partita di calcio tra Grecia e Germania; si attende la rivincita ellenica. Si aspetta sempre, qui in Grecia. E si canta. Quando Janna, la ragazza al bancone del bar, libera le note di un vinile anni Cinquanta, la gente smette di mangiare e attacca a muoversi seguendo con le braccia alzate il ritmo lento della melodia. Nel locale si diffonde la voce seducente di Giorgos Zampetas, il cantore dei sobborghi di Atene, dei suoi operai poveri, «il nostro Pasolini» dice Gina, giornalista disoccupata che ora porta in giro i turisti tra le rovine ancora vive della sua città. «Canta la sofferenza del lavoro e della vita.» E tra i ragazzi seduti al tavolo intorno a me comincia un’immedesimazione silenziosa. «Queste canzoni sono state scritte dopo la Seconda guerra mondiale per un popolo che soffriva ancora. Sono tornate attuali.» La nenia ha la forza aggregante della musica popolare. Ora cantano tutti. Occhi chiusi. Nell’aria profumo di melanzane fritte e cipolla. La luce delle tre del pomeriggio entra di taglio da una finestra. La polvere di Atene mulina dalle fessure sotto la porta. Mi sento parte di una sofferenza collettiva e struggente: oggi sono greco anch’io"



Un viaggio, come Tefteri, nella Grecia della crisi: Atene, la Grecia continentale e una parte del Peloponneso. La tesi fondamentale del libro sottolinea il legame della Grecia più con i Balcani e con l'oriente ex bizantino che con l'Europa. Il rapporto storico con Costantinopoli e il ruolo della chiesa ortodossa pesano ancora e molto e sono presenti nella memoria, nonostante lo scorrere del tempo. In particolare, il ricordo della Megali Katastrofì, l'esodo di migliaia di greci che dalla Turchia, nel 1923, arrivarono in Grecia, spesso senza nemmeno conoscere la lingua, in una Patria estranea e talvolta ostile.

"La Grecia è un mosaico. Ha accolto i figli della diaspora che si erano sparpagliati durante l'impero bizantino e che fuggivano sempre più a nord con la dominazione ottomana. Ogni famiglia è una tessera, ed è sempre stata ortodossa, anche a migliaia di chilometri di distanza dall'Egeo, anche se non ha mai insegnato i greco ai propri figli. Se le metti insieme, queste tessere compongono l'aquila bicipite della Chiesa ortodossa, l tmone durante i giorni neri della fuga, la grande madre che rimpiange Bisanzio. E' come se l'impero fosse sopravvissuto sotto la cenere di secoli di dominazione ottomana, nella coscienza di ogni greco fuori dalla patria. La Grecia è un popolo prima di essere una nazione"

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Tefteri / Vinicio Capossela

CAPOSSELA, VINICIO
Tefteri : il libro dei conti in sospeso / Vinicio Capossela. - Milano : Il Saggiatore, 2013 (Le Silerchie, 12). - 154 p.

Incipit: " «Crisi» etimologicamente deriva dal greco kríno, separare, cernere, dividere.Crisi: un concetto adatto al rebetiko, che è musica nata da una separazione, e anche alla Grecia, da cui l’Europa si sta separando, nel disprezzo che sta alla base di ogni rifiuto.
Di Grecia si sente molto parlare in termini che ricordano la tragedia, che proprio qui è stata inventata. Da tragedia la parolatragudi, canzone, e nella sua radice la parola tragos, capro.  Tragodia, canto del capro. Capro espiatorio dei peccati dell’Europa è il paese che ne è la madre culturale. Europa, figlia di un re di Creta sedotta da Zeus. Europa, «grandi occhi», terra di ponente, disposta al tramonto.
Tutto quello che viene dalla Grecia, fin dall’antichità, ha un carattere universale. Ci parla dell’uomo, dell’anthropos. Ci dice dell’uomo, del destino, di cosa sta succedendo all’uomo d’Occidente in questo momento di «crisi», di scelta.
Andiamoci, con un piccolo strumento in mano, come un tirso, accompagnati da una musica nata da una catastrofe. Katastrofìs, così ancora oggi i greci chiamano la 12 guerra greco-turca del 1922, la distruzione di Smirne e l’esodo dei greci di Asia Minore. Il milione e mezzo di profughi che, dopo il trattato di Losanna, in quegli anni si riversarono, senza possedere più nulla, in una madrepatria per niente felice di accoglierli. Con loro portarono una musica e usanze d’altrove, si ammassarono in quartieri suburbani che cambiarono la fisionomia sociale della «Parigi del Mediterraneo orientale», come Atene veniva definita negli anni venti, e come la voleva la politica di occidentalizzazione culturale del giovane stato greco. La musica rebetika, a differenza della dimotikì – musica da suonarsi all'aperto, in grandi feste, madre della canzone popolare –, è musica urbana. Musica che si consuma in luoghi chiusi e che predilige lo struggimento individuale. Mentre la dimotikì si identifica con la regione d’origine e appartiene a chi si riconosce nei suoi canti e nelle sue danze, la rebetika appartiene a tutti. È apolide. È musica di sradicati di ogni regione. Si diffonde per il paese, incurante del luogo, dello strato sociale e del livello culturale di chi la pratica. Nata da una divisione, unisce.


E' un viaggio nella Grecia della crisi e nella sua musica ribelle, il rebetiko (da Atene a Salonicco, a Creta, a Ikaria). Bisogna leggere questo libro con un Ipad o un PC davanti, che permetta di ricercare i nomi dei musicisti e di ascoltare le loro canzoni (tragudia). Sopratutto per leggere questo libro bisogna amare la Grecia e la sua cultura, che non è solo quella classica, ma anche quella più recente e popolare, nata nelle taverne e nei porti, da suonatori di bouzuki, venuti dalla Turchia dopo la Megali Katastrofì degli anni '20, quando migliaia di Greci furono espulsi dalle città turche e arrivarono senza beni nelle città greche. Un popolo di sradicati, malvisti dai Greci della madre patria che li vedevano come degli estranei. Le loro canzoni riflettevano questo senso di emarginazione e parlavano di amori finiti male, di malavita e di droghe. Questa immersione nel "nero" (o nel blu) della depressione, provoca una specie di vaccinazione, che aiuta ad accettare la vita dura e difficile.Come il blues, a cui viene paragonato, il rebetiko mostra una sua forza e un suo carattere ribelle, che lenisce e dà sollievo.
I grandi rebetici: Iannis Papaioannu, Manlis Papos, Manolis Chiotis, Dali Keti, Vassili Tsitsanis, Markos Vamvarakis, Elios Petropoulos, Evghenios Vulgaris.


Links:
Rebetiko wikipedia en
Rebetiko wikipedia it
Rebetika.it




L'incantatore / Vladimir Nabokov


NABOKOV, VLADIMIR
L'incantatore / Vladimir Nabokov ; a cura di Dmitri Nabokov. - Milano : Adelphi, c2011 (Biblioteca Adelphi, 576). - 116 p.

Incipit: "Come posso farmene una ragione, pensava, quando gli capitava di pensare. "Questa non è lascivia. La depravazione volgare è onnivora; quella raffinata presuppone l'appagamento. Che importa se ho avuto cinque o sei relazioni sentimentali - come si può paragonare la loro insulsa casualità con la mia specialissima fiamma? E allora? Non è certo come la matematica della lussuria orientale, dove la tenerezza della preda è inversamente proporzionale alla sua età. Oh no, per me non si tratta dello stadio di una generica scala, ma di qualcosa di totalmente estraneo al generico, di un valore non soltanto più preziosa o, ma inestimabile. Che cos'è dunque?"

La prosa di Nabokov è sempre di altissimo livello, come si vede anche da questo incipit in cui l'incantatore si arrampica sugli specchi per cercare di giustificare la sua insana passione per una bambina, che lo spinge a sposare la madre ammalata per poter stare vicino alla bambina.
L'incantatore è il precursore di Humbert, il protagonista di Lolita (uno dei più bei libri che abbia letto), ma qui manca la sottile sensualità di Lolita e anche il rapporto con la madre è delineato in modo meno coinvolgente. Lo sguardo è sempre quello del depravato, che si denuda davanti a noi, senza pudori - ed è questo l'aspetto più interessante di questo racconto. Ma Lolita è molto di più.

Links:
Adelphi
Wikipedia (en)
Il Recensore.com