martedì 7 febbraio 2017

Il mondo di ieri / Stefan Zweig

Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo / Stefan Zweig ; traduzione di Lavinia Mazzucchetti.  - Milano : A. Mondadori, 2015. - XVI, 371 p. ; 20 cm.

Incipit
"Se tento di trovare una formula comoda per definire quel tempo che precedette la prima guerra mondiale, il tempo in cui son cresciuto, credo di essere il più conciso possibile dicendo: fu l'età d'oro della sicurezza. Nella nostra monarchia austriaca quasi millenaria tutto pareva duraturo e lo Stato medesimo appariva il garante supremo di tale continuità. I diritti da lui concessi ai cittadini erano garantiti dal parlamento, dalla rappresentanza del popolo liberamente eletta, e ogni dovere aveva i suoi precisi limiti. La nostra moneta, la corona austriaca, circolava in pezzi d'oro e garantiva così la sua stabilità. Ognuno sapeva quanto possedeva o quanto gli era dovuto, quel che era permesso e quel che era proibito: tutto aveva una sua norma, un peso e una misura precisi. Chi possedeva un capitale era in grado di calcolare con esattezza il reddito annuo corrispondente; il funzionario, l'ufficiale potevano con certezza cercare nel calendario l'anno dell'avanzamento o quello della pensione. Ogni famiglia aveva un bilancio preciso, sapeva quanto potesse spendere per l'affitto e il vitto, per le vacanze o per gli obblighi sociali, e vi era anche sempre una piccola riserva per gli imprevisti, per le malattie e il medico. Chi possedeva una casa la considerava asilo sicuro dei figli e dei nipoti; fattorie e aziende passavano per eredità di generazione in generazione; appena un neonato era in culla, si metteva nel salvadanaio o si deponeva alla cassa di risparmio il primo obolo per il suo avvenire, una piccola riserva per il suo cammino. Tutto nel vasto impero appariva saldo e inamovibile e al posto più alto stava il sovrano vegliardo; ma in caso di sua morte si sapeva (o si credeva di sapere) che un altro gli sarebbe succeduto senza che nulla si mutasse nell'ordine prestabilito. Nessuno credeva a guerre, a rivoluzioni e sconvolgimenti. Ogni atto radicale, ogni violenza apparivano ormai impossibili nell'età della ragione",

"Sicurezza", "stabilità": parole lontanissime dal nostro tempo, dalla nostra società insicura, "liquida", senza certezze e piena di sfiducia e di rancore,
Zweig, in questo meraviglioso libro, racconta la sua vita dal periodo della giovinezza nella Vienna della belle époque alle tragiche vicende dei due periodi bellici, quelli della prima e della seconda guerra mondiale, che vive con profonda e dolorosa partecipazione.
Colpisce come la società di allora non avesse percepito i segnali che preannunciarono lo scoppio delle due guerre e si illudessero, fino all'ultimo, che la pace fosse ancora possibile.
Soprattutto non si resero conto della peste del nazionalismo che pervase le classi dirigenti e i popoli europei portandoli alla catastrofe.
Purtroppo, l'attualità sembra riportarci questa peste, allorché interi Paesi riscoprono l'orgoglio nazionale e ricercano nemici esterni, mentre si affievolisce il ricordo delle tragedie del Novecento
Il libro di Zweig è un'ode accorata ad un'Europa solidale, che riscopra la civiltà e lo spirito dei suoi tempi e dei suoi uomini migliori, superando i nazionalismi e gli egoismi.

LINK
criticaletteraria
it.wikipedia.org/wiki/Stefan_Zweig
nonsoloproust
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