martedì 17 luglio 2012

Benvenuti in tempi interessanti di Slavoj Zizek

È un libro composto da vari saggi che trattano temi diversi, ma che sono legati dalla constatazione che non stiamo vivendo un crisi "normale", come quelle del passato, ma che la nostra epoca è caratterizzata da una crisi di sistema. I tempi interessanti, che secondo un detto cinese sono una maledizione, sono quelli in cui prevale l'incertezza e che preannunciano rivolgimenti e cambiamenti profondi.
Zizek ha una grandissima capacità di far vedere, utilizzando riferimenti molto diversi tra loro, i lati nascosti dei problemi. È un vero "provocatore", nel senso positivo del termine, perchè dà la sveglia e ci fa uscire dal torpore della veritá comode. Per lui la crisi è crisi della democrazia e del capitalismo, per cui i rimedi tecnocratici, le piccole riforme del sistema non servono e sono dei semplici palliativi. Bisogna uscire, rilanciando un nuovo paradigma, che comporta la rivoluzione e l'adesione ad una rinata Idea comunista, che non è, naturalmente, quella realizzata nei paesi dell'est e nell'Unione Sovietica.Nel libro ci sono dei passi molto complessi, soprattutto quando Zizek fa riferimento a Lacan, dando per scontato che si conosca il pensiero di questo autore. Inoltre, mentre ho trovato stimolante la parte, per così dire "destruens" di Zizek, la sua caoacità critica che fa emergere i lati nascosti dei problemi, non mi ha convinto la parte "construens", anche se l'autore è il primo a sottolineare che si tratta di un problema aperto.
Il rilancio dell'Idea comunista e, quindi, un superamento rivoluzionario della societá capitalista, come dovrebbe realizzarsi? Su quali classi dovrebbe basarsi un cambiamento radicale della società? Quali garanzie avremo che non si ripetano gli errori del passato? Soprattutto, la mia obiezione personale è questa: l'Idea comunista presuppone un tipo di uomo e di umanità altruista e generosa, non individualista, ma la storiae l'esperienza personale mi ha dimostrato che proprio questa è una possibilità irrealizzabile, a mio avviso una vera impossibilita.

Come esempio per capire la grande capacità di Zizek di rivelare i lati nascosti, riporto qui un passo dal capitolo "Leitkultur? Sì grazie", nel quale parla del fondamentalismo:

Inoltre, i cosiddetti fondamentalisti, sia cristiani che musulmani, sono davvero fondamentalisti? Ciò che loro manca è una caratteristica semplice da individuare in tutti gli autentici fondamentalisti, dai buddisti tibetani agli amish americani: l'assenza di risentimento e invidia, che affonda le radici in una profonda indifferenza nei confronti dello stile di vita dei non credenti. Se i cosiddetti fondamentalisti di oggi credono di aver trovato la loro via ala Verità, perchè dovrebbero sentirsi minacciati dai nuovi credenti, perchè dovrebbero invidiarli? Quando un buddista incontra un edonista occidentale non lo condanna di certo ... Contrariamente ai veri fondamentalisti, gli pseudo fondamentalisti sono profondamente turbati e affascinati dalla vita peccaminosa dei non credenti. Può sembrare che, condannando l'altro e i suoi peccati, essi stiano lottando con la loro stessa tentazione. Ecco perchè i cosiddetti fondamentalisti cristiani e musulmani disonorano il vero fondamentalismo.

Recensione interessante di Pietro Piro 
Recensione di Stefano Scrima