lunedì 30 maggio 2016

Elogio della follia / Erasmo da Rotterdam

Elogio della follia / Erasmo da Rotterdam (pdf)




In sintesi: tutto è follia, è questa donna, anzi questa Dea che regge e condiziona la vita di tutti noi. La ragione ci rende tristi e ci allontana dal piacere. Tutto quello che facciamo di piacevole è frutto della Follia.
Ma la Follia è anche ambigua: non provoca solo il bene, il piacere, è anche causa del male, della guerra, ad esempio, della religione vissuta come puro insieme di regole, della stupidità e dell'arroganza del potere, della supponenza degli intellettuali, della corsa all'arricchimento. Senza la follia non si spiegherebbero tante figure, che nel libro vengono esaminate dettagliatamente: i grammatici, i filosofi, i commercianti, i poeti, i re e i papi.


13. E, tanto per cominciare, chi non sa che la prima età dell'uomo è per tutti di gran lunga la più lieta e gradevole? ma che cosa hanno i bambini per indurci a baciarli, ad abbracciarli, a vezzeggiarli tanto, sì che persino il nemico presta loro soccorso? Che cosa, se non la grazia che viene dalla mancanza di senno, quella grazia che la provvida natura s'industria d'infondere nei neonati perché con una sorta di piacevole compenso possano addolcire le fatiche di chi li alleva e conciliarsi la simpatia di chi deve proteggerli? E l'adolescenza che segue l'infanzia, quanto piace a tutti, quale sincero trasporto suscita, quali amorevoli cure riceve, con quanta bontà tutti le tendono una mano!Ma di dove, di grazia, questa benevolenza per la gioventù? di dove, se non da me? E' per merito mio che i giovani sono così privi di senno; è per questo che sono sempre di buon umore. Mentirei, tuttavia, se non ammettessi che appena sono un po' cresciuti, e con l'esperienza e l'educazione cominciano ad acquistare una certa maturità, subito sfiorisce la loro bellezza, s'illanguidisce la loro alacrità, s'inaridisce la loro attrattiva, vien meno il loro vigore. Quanto più si allontanano da me, tanto meno vivono, finché non sopraggiunge la gravosa vecchiaia, la molesta vecchiaia, odiosa non solo agli altri, ma anche a se stessa. Nessuno dei mortali riuscirebbe a sopportarla se, ancora una volta, impietosita da tanto soffrire non venissi in aiuto io, e, a quel modo che gli Dèi della fiaba di solito soccorrono con qualche metamorfosi chi è sul punto di perire, anch'io, per quanto è possibile, non riportassi all'infanzia quanti sono prossimi alla tomba, onde il volgo, non senza fondamento, usa chiamarli rimbambiti. Se poi qualcuno vuol sapere come opero questa trasformazione, neppure su questo farò misteri.Conduco i vecchi alla fonte della mia ninfa Lete, che sgorga nelle Isole Fortunate - il Lete che scorre agli Inferi è solo un esile ruscello. Lì, bevute a grandi sorsi le acque dell'oblio, un poco alla volta, dissipati gli affanni, torneranno bambini.

Link: 

/it.wikipedia.org
farefilosofia.it
orarel.com
academia
www.filosofia.rai.it
AUDIOLIBRO




sabato 14 maggio 2016

Il Codice di Perelà / Aldo Palazzeschi

Il Codice di Perelà : romanzo futurista (Edizione 1911) / Aldo Palazzeschi ; a cura di Marco Marchi. - Milano : Mondadori, c2001 (Oscar Mondadori. Scrittori del Novecento). - 218 p. ; 19 cm


Incipit:

Pena! Refe! Lama! Pena! Rete! Lama! Pe... Re... La...— Voi siete un uomo forse ?— No, signore, io sono una povera vecchia.— È vero, è vero sì, avete ragione, voi siete una povera vecchia, un uomo sono io.— Voi che cosa siete signore ?— Io sono... io sono... molto leggero, io sono un uomo molto leggero; e voi siete una povera vecchia: come Pena, come Rete, come Lama, anche loro erano vecchie. Vorreste dirmi se quello che si vede laggiù, in fondo a questa via, è la città ?— Sì.

Romanzo futurista, dice Palazzeschi. E' una favola quella di Perelà,  uomo di fumo? Certo, una favola fantastica, ma anche un viaggio di un uomo "leggero", che incontra la città, con i suoi soldati, il Re, la Regina, le dame, i funzionari. Una società con la sua ipocrisia e la sua falsità.
Ci sono delle parti molto teatrali, ad esempio il capitolo "Il ballo" o "Il the", che è bello leggere, ma anche sentire dalla voce di Paolo Poli, nella sua lettura per Ad alta voce. Non a caso Palazzeschi aveva cominciato come attore e il teatro è decisamente nelle su corde.

Leggerezza, comicità, fantastico, vivacità. Romanzo sintetico: essenza dei fatti, prevalenza del dialogo.

In questo testo non conta molto la storia, l'intreccio (è lì la sua novità e modernità). Infatti, la trama si può riassumere in poche righe: un uomo di fumo, nato in un camino e sceso dopo 33 anni (riferimento cristologico), senza trovare le tre vecchie Pena, Rete, Lama (Pe..Re..Là), di cui sentiva le voci, indossati un paio di stivali va in città. Incontra diversi esponenti della società, viene ricevuto a corte, ammirato e festeggiato, e viene incaricato di stilare il nuovo Codice. Dopo questo periodo di successo e di ammirazione, cade in disgrazia perché viene accusato di aver spinto al suicidio il maggiordomo Alloro. La società gli si rivolta contro, viene processato e condannato. Rinchiuso in una prigione, essendo di fumo, ritrova la sua libertà, volando fuori dal camino.

La storia, più che raccontata, emerge dai dialoghi e dai monologhi che la percorrono e che sembrano canovacci teatrali.

C'è un gioco dialettico tra leggerezza e pesantezza: Perelà è l'uomo leggero per natura, mentre pesante appare la società, con la sua ipocrisia, la sua rigidità, le sue rigide convenzioni. C'è un passo che ritengo emblematico (e poco futurista se penso alla retorica dell'acciaio in Marinetti).

"Quante volte ho sentito questo nome: guerra. Pena, Rete, Lama, leggevano sempre di guerra, ed io mi ero figurato che gli uomini andassero nudi alla guerra, e che si facessero leggeri, che i loro passi fossero agili, silenziosi come quelli di un leopardo; lanci furtivi, volute serpentine per insinuarsi, per nascondersi, per sottrarsi, e io li vedevo carpire ali agli uccelli da usare come strumento. Piombo ... acciaio... ferro... Ma non cadono essi schiacciati sotto il peso dei loro arnesi? Come possono velocemente inseguire il nemico, e inseguiti come possono velocemente fuggire?"

link
.wikipedia
Ad alta voce
bibliomanie
spaziose
blog.execohr.it
araldodellospettacolo








domenica 1 maggio 2016

Vado a vedere se di là è meglio / Francesco M. Cataluccio

Vado a vedere se di là è meglio / Francesco M. Cavalluccio, - Palermo : Sellerio, 2010 (La memoria ; 812).  - 409 p. ; 17 cm.
Incipit:
Firenze. La nonna Giulia Vitale, una bella viareggina corpulenta discendente di una cocciuta famiglia di marinai, ci raccomandava sempre di non andare a spersendendo. Tutto doveva avere una meta prefissata e inderogabile, programmata e indicata in un portolano mentale che, sin da bambini, ci insegnò a possedere. Ma l'unico faro delle famiglia era lei. Con la sua morte perdemmo la bussola e anche i solidi ormeggi che ci avvinghiavano a Firenze. Io iniziai ad andare a zonzo, senza un fine preciso, e ancora oggi non riesco a fermarmi. Ogni tanto prendo alcuni bagagli e vado via: solo molto tempo dopo capisco dove sono stato. Altre volte, come adesso, parto senza muovermi dalla mia stanza.

Cos'è questo strano e bellissimo libro. se non un "andare a zonzo", un viaggio meraviglioso nella storia, nella cultura, nella letteratura della Mitteleuropa, o meglio della Polonia ancora influenzata dalla cultura ebraica.
Un viaggio in 22 tappe, da Firenze a Drohbycz, passando per Varsavia, Mosca, Dublino, Vilna, Buenos Aires, Lodz, Berlino, Orwock, Budapest, New York, Erevan, Baku, Danzica, Venezia, Kielce, Parigi, Sante Genevieve des Bois, Maison Lafitte, Praga, Wielopole. Grandi città e piccoli paesi, con tante storie e persone interessanti da scoprire.
Un viaggio a volte difficile e impegnativo (bisogna superare la difficoltà dei tanti nomi polacchi, così difficile da leggere!), ma interessante e stimolante.
Cosa c'è di più bello di un libro che ti fa scoprire luoghi e persone diverse, libri, tanti libri che ti viene voglia di leggere, storie a volte drammatiche di un'Europa vivace e tragica.
Il libro potrebbe anche intitolarsi "Polonia magica" per riprendere quel grande libro che è "Praga magica" di Ripellino.
Ho segnato i personaggi più interessanti che caratterizzano le tappe di questo viaggio:

Isaac Bashevis Singer, premio Nobel 1978 (1904-1991), di cui bisogna leggere almeno "Il mago di Lublino.
Stanisław Lem (1921-2006)
Stanisław Brzozowski (1878-1911), morto a Firenze.
Władysław Szpilman (1911-2000), il famoso pianista, autore del libro "Il pianista", da cui è stato tratto il film di Polanski.
Jan Kott  (1914-2001), critico e studioso di teatro, oltre che scrittore (Shakespeare nostro contemporaneo, Divorare gli dei).
Bronisław Geremek (1932-2008), grande studioso di storia medioevale.
Venedikt Vasil'evič Erofeev (1938-1990), autore di "Mosca sulla vodka" e di "Mosca-Petruski"
Anna Stepanovna Politkovskaja (1958-2006), assassinata a Mosca.
Witold Kula (1916-1988), uno storico ed economista (Le misure e gli uomini dall'antichità ad oggi).
Mikalojus Konstantinas Čiurlionis (1875-1911), un grande pittore e musicista
Czesław Miłosz (1911-2004), poeta e saggista (La mia Europa)
Oscar Vladislas de Lubicz Milosz (1877-1939), poeta, scrittore e diplomatico
Ryszard Kapuściński (1932-2007), tra i suoi libri: Il Negus, Imperium, Ebano, Shah-in-Shah)
Marek Edelman (1919-2009), l'eroe della rivolta nel ghetto di Varsavia nel 1943
Karl Kraus (1874-1936), giornalista, aforisma e saggista
Stanisław Jerzy Lec (1909-1966), scrittore, poeta e aforista (Pensieri spettinati)
Zbigniew Herbert  (1924-1988), drammaturgo
Danilo Kiš (1935-1989), scrittore serbo (Enciclopedia dei morti)
Giorgio Prenasca (1910-1992), un giusto italiano a Budapest
Jerzy Kosinski (1933-1991), scrittore polacco, naturalizzato americano (Oltre il giardino)
Giovanni Maria Sembrano (1911-2005), filologo e linguista (La favola dell'indoeuropeo)
Lev Nussimbaum (Essad Bey) (1905-1942), scrittore azero di origine ebraica (Alì e Nino)
Günter Grass (1927-2015), scrittore tedesco e premio Nobel 1999
Jacek Kuroń (1934-2004), attivista e politico polacco (La fede e la colpa)
Iosif Aleksandrovič Brodskij (1940-1996), poeta e drammaturgo (Fondamenta degli incurabili)
Wisława Szymborska (1923-2012), poeta
Gustaw Herling-Grudziński (1919-2000), scrittore (Un mondo a parte, Diario scritto di notte)
Aleksander Wat (1900-1967), scrittore e poeta
Andrej Arsen'evič Tarkovskij (1932-1986), regista russo
Józef Czapski (1896-1993), pittore, scrisse In una terra disumana, sul massacro di Katyn
Bohumil Hrabal (1914-1997), scrittore ceco (Una solitudine troppo rumorosa, Treni strettamente sorvegliati)
Václav Havel (1936-2011), drammaturgo e politico ceco
Vladimír Holan (1905-1980), pittore, scenografo e regista polacco
Tadeusz Kantor (1915-1990), pittore, scenografo e regista polacco
Bruno Schulz (1892-1942), scrittore e pittore polacco (Le botteghe color cannella)

Una bella compagnia per un viaggio in una stanza.