martedì 20 ottobre 2020

La simmetria dei desideri / Eshkol Nevo

La simmetria dei desideri / Eshkol Nevo ; traduzione dall'ebraico di Ofra Bannet e Raffaella Scardi. - Vicenza : Neri Pozza, [2010] (Bloom ; 37). - 376 p. ; 22 cm

Incipit

1. In data 1.6.2002 mi è stato richiesto dalla famiglia del signor Yuval Fried di recarmi alla stazione di polizia in via Dizengoff, a Tel Aviv, per ritirare i suoi oggetti. Fra le altre cose consegnatemi dalla signora Ester Loel, responsabile del magazzino, c'era anche un sacchetto di plastica contenente un grosso plico di fogli. Il signor Fried non aveva mai informato né me né gli altri suoi amici di essersi dedicato alla scrittura, perciò la mia prima supposizione riguardo al suddetto plico di fogli è stata che si trattasse di una delle traduzioni che lui eseguiva a pagamento per studenti universitari di Lettere e Scienze sociali. Sennonché sul sacchetto non c'era alcun nome o numero di telefono, e mancava anche, in cima alla pagina, il titolo dell'articolo in inglese. Insisto su tali dettagli per spiegare la ragione per cui mi sono permesso, qualche ora più tardi, di scorrere il fascio di fogli.

Non è stata la curiosità a spingermi, bensì il sincero desiderio di sapere a chi era destinato il plico che mi era stato affidato e cosa avrei dovuto farci.


Trama

Quattro amici guardano in televisione la finale dei Mondiali di calcio del 1998. Non hanno ancora trent'anni, e hanno condiviso la giovinezza, gli studi, l'esercito, le avventure, i sogni e le difficoltà, le speranze e gli amori. Sono uniti da un legame intenso, dal bisogno profondo di parlare e di confrontarsi su tutto, senza vergogna, affrontando le lacrime e la gioia, la vita in ogni suo aspetto.

Yuval, il narratore, ha un animo buono e una spartana educazione anglosassone; Churchill è un egoista irresponsabile ma trascinante, ed è il fondatore della loro gang dai tempi del liceo.

Ofir vive di parole e brucia ogni giorno la sua creatività in un ufficio pubblicitario. Amichai vende polizze mediche ai malati di cuore, è già sposato e ha due figlie.

Durante la partita Amichai ha un'idea: perché non scrivere su un foglietto i propri desideri, i sogni per gli anni a venire, per poi attendere la prossima finale della coppa del mondo e vedere se si sono realizzati? Quel giorno in cui sta per scrivere il suo bigliettino Yuval ha da poco incontrato Yaara, e sa già che è la donna della sua vita. Prima l'ha vista alla mensa dell'università, poi uno scambio di chiacchiere, di numeri di telefono, una telefonata notturna, infine un bacio. Yaara è una di quelle donne che smentisce la teoria dell'amico Churchill: «Non esiste una ragazza bella, intelligente, arrapata e anche libera. Uno degli elementi è sempre assente».

Nel bigliettino dei desideri Yuval scrive: «Ai prossimi Mondiali voglio stare ancora con Yaara. Ai prossimi Mondiali voglio essere sposato con Yaara. Ai prossimi Mondiali voglio avere un figlio da Yaara. Possibilmente una figlia». Il suo destino, e quello dei suoi amici, è pronto a mettersi in moto. Intorno a loro, all'inizio del nuovo millennio, una società logorata, sfiancata dai continui conflitti, che ha fatto della repressione e della rimozione uno stile di vita. I quattro protagonisti hanno a loro volta cercato di dimenticare la Prima Intifada, quando erano soldati dell'esercito, mentre la Seconda Intifada li costringe a porsi domande sul proprio futuro. In un mondo come questo è davvero possibile, è davvero giusto avere dei desideri?

Haaretz Eshkol Nevo è nato a Gerusalemme nel 1971.

Dopo un'infanzia trascorsa tra Israele e gli Stati Uniti ha completato gli studi a Tel Aviv e intrapreso una carriera di pubblicitario, abbandonata in seguito per dedicarsi alla letteratura.

Oggi insegna scrittura creativa in numerose istituzioni. Oltre a Nostalgia (Mondadori 2007), in classifica per oltre sessanta settimane e vincitore nel 2005 del premio della Book Publishers' Association e nel 2008 a Parigi del FFI-Raymond Wallier Prize, ha pubblicato una raccolta di racconti intitolata Bed & Breakfast e il saggio The Breaking Up Manual.


Sincerità e amore

Un momento. Perché sto mentendo? Il maestro del corso di scrittura creativa dice che la sincerità è una delle caratteristiche più importanti per un narratore. Soprattutto se il testo è scritto in prima persona.

«Prendete una pila e illuminatevi dentro, nelle zone più oscure. Scovate le cose brutte. Quelle non attraenti.

Non c'è niente di più repellente di un "io" che cerca di migliorarsi», ci raccomanda. Ed ecco, è proprio quello che sto facendo. Mi comporto come il fedele prodotto della casa anglosassone in cui sono cresciuto, nEcco, proprio questo è il problema con il modo di vivere occidentale, ci ha spiegato Ofir in tono tranquillo. Ci poniamo delle mete, e ne diventiamo schiavi. Siamo talmente impegnati a realizzarle, che non ci rendiamo conto che nel frattempo sono cambiate.ascondo la verità meschina, imbarazzante: non ho dovuto fingere di essere felice di vedere Yaara. Ero veramente felice di vederla, di baciarle le guance, di sentire l'odore dei suoi capelli, di ascoltarla esprimere opinioni decise su ogni questione, scagliare frecce taglienti in tutte le direzioni, palleggiando le parole a tutta velocità, sicura, anche se sapevo che al di sotto delle apparenze si nascondeva una profonda fragilità, che quando viene la sua gola emette suoni più simili al pianto, come se l'orgasmo la rattristasse, e che dopo che è venuta qualcosa in lei si disfa completamente, e le piace rannicchiarsi dentro di te come una bambina, ripiegare le gambe verso la pancia, posarti la testa sul petto...

Mete

Ecco, proprio questo è il problema con il modo di vivere occidentale, ci ha spiegato Ofir in tono tranquillo. Ci poniamo delle mete, e ne diventiamo schiavi. Siamo talmente impegnati a realizzarle, che non ci rendiamo conto che nel frattempo sono cambiate.

Generazioni

... forse si tratta di una questione generazionale, forse la quantità di distrazioni e possibilità che si offrono alla nostra generazione ci confondono talmente che perdiamo il nostro sentiero interiore, a differenza dei nostri genitori che sapevano quello che volevano perché non avevano molte alternative; anche se forse nel loro caso dietro tutto questo si nascondeva una profonda tristezza, o almeno una vaga sensazione di aver perso l'occasione, che noi non notavamo perché eravamo bambini e non potevamo vederli come sono (o magari potevamo vederli ma preferivamo, per il nostro bene, non farlo?).

Medico e paziente

Lo sapete che un medico studia per dodici anni per ricevere l'abilitazione, e in tutto quel tempo non riceve alcuna preparazione sull'atteggiamento da tenere con i pazienti? Perciò ci sono quelli che hanno una capacità istintiva di trattarli umanamente, e altri che non lo sanno fare. Di conseguenza, invece che essere un principio basilare, diventa una roulette. Che dottore ti capiterà stavolta, e se questa notte ha dormito abbastanza.

Vento

... ma ha accettato comunque di accompagnarci in una breve passeggiata contro il vento forte, che gonfiava da scoppiare le vele, agitava all'impazzata le bandierine rosse, faceva vorticare per aria vecchi opuscoli pubblicitari, alzava la schiuma delle onde, sfogliava le pagine del libro che una vecchia stava leggendo su una panca, e anche le pagine del libro che leggeva la sua badante filippina, s'infilava nelle maniche delle camicie eleganti che avevamo indossato per l'incontro all'albergo, penetrava nelle nostre narici, bocche e orecchie, inducendoci a camminare per qualche minuto affiancati in totale silenzio, visto che tanto qualsiasi domanda avessimo posto in quel momento, e qualsiasi risposta avessimo dato, my friend, sarebbe stata soffiata dal vento fino a Bob Dylan.


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