sabato 5 giugno 2010

Fuoco pallido di Valdimir Nabokov


Incipit:
Fuoco pallido, poema in distici eroici si novecentonovantanove versi, suddivisi in quattro canti, fu composto da John Francis Shade (nato il 5 luglio 1898 e morto il 21 luglio 1959) durante gli ultimi venti giorni di vita, nella sua abitazione di New Wye, Appalachia, USA. Il manoscritto, quasi per intero una Bella Copia dalla quale è stato fedelmente tratto il presente testo a stampa. consiste di ottanta schede di formato medio ....

Sembra un inizio di un libro noioso, scritto da un professore "trombone" pignolo, ma, in realtà, alla seconda lettura (che ritengo indispensabile) tutto appare meraviglioso e coinvolgente, una sfida che rallegra il cuore e il cervello.
Definito un "metaromanzo", è composto in realtà da quattro opere, che richiedono di saltare, faticosamente (ma ne vale la pena!) da una pagina all'altra.
La prima opera è la Prefazione, firmata da Charles Kimbote, un personaggio che nel corso del romanzo si rivela essere stato il re di Zembla, fuggito dalla sua terra in modo rocambolesco. Ma forse dietro Kimbote potrebber nascondersi anche altre identità: oltre al re di Zembla, il professor Botkin (anagramma di Kimbote), un pazzo, oppure lo stesso Shade che fingerebbe di essere oltre che l'autore del poema, anche il prefatore e il commentatore.

La seconda opera è il poema "Fuoco pallido", in quattro canti, che inizia così:

Ero l’ombra del beccofrusone ucciso
dal falso azzurro nel vetro:
ero il fumo denso di peli bruciati – e io
vivevo, volavo, nel cielo riflesso.
E dall’interno, poi, avrei duplicato
me stesso…

Il Poema parla della vita di Shade (ombra), dell'amore per la moglie Sybil (odiatissima da Kimbote), del suicidio della figlia.

La terza opera è il Commento di Kimbote, che occupa la maggior parte delle pagine del libro. Si presenta come commento al poema, ma in realtà è la visione di un commentatore deluso e talvolta polemico, che si aspettava di aver influenzato con le proprie storie la poesia di Shade, ma che si accorge che l'opera parla di tutt'altro.
Kimbote si vendica e, nel commento, parla pe la maggior parte della storia del re di Zembla (cioè di se stesso), della sua prigionia dopo la Rivoluzione estremista, della sua fuga tra le montagne, del tentativo di un sicario (Gradus) di uccidere il re, dopo una lunga ricerca per rintracciarlo.
I personaggi principali del romanzo sono quindi John Shade (il poeta ammirato da Kimbote che verrà ucciso forse per sbaglio da Gradus), Kimbote (ex re di Zembla) e Gradus: sono le loro storie al centro del libro che si incastrano o, meglio, si confondono. Kimbote cerca di trovare nel poema accenni alla sua storia, ma emergono con chiarezza ridicole forzature. Qui si nasconde anche la satira di Nabokov sui commentatori che vorrebbero forzare gli autori e portarli su strade a lro estranee.
Nella bellissima scrittura di Nabokov emergono spesso note ironiche e satiriche, a volte sottili, a volte dure, ma soprattutto emerge la sua capacità di rendere centrali i piccoli particolari, gli oggetti minuti. La sua è una scrittura "fotografica" e il suo obiettivo preferito e il "macro", che ingrandisce e distorce i particolari e, in questo modo, li rende affascinanti, talvolta inquietanti.

Ultima parte è l'Indice analitico che sintetizza gli aspetti e i riferimenti dei vari personaggi e luoghi e nel quale si evidenzia un altro aspetto fondamentale della scrittura di Nabokov: l'amore per il linguaggio, il gusto per i giochi di parole, gli spiazzamenti etimologici. Tra gli altri personaggi importanti oltre a quelli già nominati, c'è Disa, la triste regina, moglie di Charles II, il Benamato re di Zembla e anche il paese di Zembla, completamente inventato con i suoi monti, castelli, città assume il ruolo di personaggio.

Pr dare un'idea delle cose che più mi hanno affascinato in questa lettura e che hanno premiato la fatica e la pazienza, è più utile segnalare alcuni passi. In questo passo, Kimbote racconta la vicenda della sua presa di possesso della casa, presa in affitto dal giudice Goldsworth, vicina alla villa del poeta Shade:

Il giudice Goldsworth aveva moglie e quattro figlie; i ritratti di famiglia mi accolsero nell'ingresso, perseguitandomi poi di stanza in stanza e benché sia convinto che Alphina (9), Betty (10), Candida (12) e Dee (14) [notare l'ordine alfabetico dei nomi!] si trasformeranno in breve tempo da scolarette orribilmente graziose in giovani signore eleganti e madri eccellenti, devo confessare che quelle loro impertinenti fotografie mi irritarono a un punto tale che alfine le raccolsi a una a una e le buttai tutte dentro un armadio, sotto le forme ordinatamente schierate dei loro indumenti invernali avvolti in sudari di cellophane [non è questa una fotografia?] ... Ciò che mi sorprese alquanto fu che fosse lui, il mio istruito locatore, a dirigere la casa, e non la "sua signora". Oltre a farmi trovare un inventario dettagliato di tutti quegli oggetti, che si radunano attorno a un nuovo affittuario come una torma tumultuante di indigeni minacciosi, si era dato l'incantevole pena di scrivere su foglietti di carta raccomandazioni, spiegazioni, ingiunzioni ed elenchi integrativi. Qualunque cosa toccassi, quel primo giorno di permanenza nella casa, forniva un aggio di Goldsworthiana. Girai la chiave dell'armadietto dei medicinali della seconda stanza da bagno, ed ecco uscire svolazzando un messaggio per informarmi che il raccoglitore di lamette da barba era troppo pieno e non si poteva adoperare; aprii il frigorifero, e quello con un latrato mi diffidò dall'introdurre "specialità nazionali il cui odore sia difficile da eliminare"; aprii il cassetto centrale dello scrittoio, nello studio. e scoprii un catalogue raisonnè del suo misero contenuto che comprendeva una serie di posacenere, un tagliacarte damaschinato ... e un'agendina tascabile vecchia e mai usata, che se ne stava lì. a maturare, aspettando ottimisticamente che si ripresentassero le dovute corrispondenze calendaristiche. Nella dispensa, su un pannello specificatamente adibito allo scopo, ra le comunicazioni dettagliate relative a istruzioni idrauliche, disquisizioni elettriche, dissertazioni cartacee e così via, trovai anche la dieta del gatto neo in dotazione alla casa:
lun., merc., ven.: fegato
mar., giov., sab.: pesce
dom.: carne macinata
... Ma forse la comunicazione più ridicola riguardava la manipolazione delle tende delle finestre, che dovevano essre chiuse in modo diverso a seconda dell'ora del giorno, affinché il sole non si posasse sulla tappezzeria dei divani e poltrone. per ciascuna delle numerose finestre era fornita una descrizione della posizione del sole, sia giornaliera sia stagionale, e se avessi mai tenuto conto di quella storia, sarei stato impegnato quanto un velista in una regata. Tuttavia, un poscritto suggeriva geneosamente che, invece di issare e ammainare l tende, forse avrei preferito spostare avanti e indietro, fuori dalla portata del sole, i mobili più preziosi ... Non mi è possibile, ahimè, riportare qui il programma meticoloso degli spostamenti, ma mi pare che avrei dovuto fare l'arrocco lungo prima di coricarmi e l'arrocco corto al mattino, come prima cosa"

Quanta ironia e quanti "oggetti" amati e fotografati, che sembrano avere una vita e un'anima.

Suggerisco anche di leggere il bellissimo passo sul suicidio, su quale sistema sia preferibile per evitare inutili e ridicoli tentativi alle pagine 215-218 (edizione Adelphi)

In conclusione, si tratta di un "libro-miniera", perché c'è tanto materiale da scavare ed è sempre possibile trovare un filone nuovo. Complimenti ai traduttori che hanno accettato una grande, ma affascinante sfida,

Essendo un "libro-miniera", sono stati fatti numerosi "scavi", specialmente in lingua inglese. Li riporto di seguito: