sabato 11 settembre 2010

Bea vita! Crudo Nord Est di Romolo Bugaro


Incipit:
Parto da una nota personale, personalissima, diciamo pure intima, anche se non proprio clamorosa, visto che potrebbe essere sottoscritta da un esercito di persone.
Per arrivare subito al punto ricorro alla musica e precisamente a Creep, vecchio e magnifico pezzo dei Radiohead. Il ritornello della canzone dice: What the hell am I doin' here / I don't belong here ...
Che ci faccio in questo posto? Io non appartengo a questo posto.
E' la sensazione che provo ogni giorno, da sempre. Come la stanchezza quand'è tardi. Potevo confessare di meglio, mi rendo conto. Tuttavia è un problema diffuso. Si tratta di un senso di isolamento, incompatibilità ed esclusione (con sottili venature ideologiche) capace di schermare e rendere fuori portata le vite normali degli altri e capace di spingere in modo continuo, come una centrifuga, verso l'esterno.

Un testo incisivo e sferzante sul nordest, sullo spreco di vite dedicate al consumo, al denaro, all'immagine. Vite adattate, senza speranze, chiuse e opache. Qui è difficile vivere per i non-insediati.
Bugaro le descrive, queste vite, senza giudicarle apertamente, ne mette in evidenza tutti gli aspetti come scrivesse un diario clinico, senza mai nominare la malattia. Siamo noi che dobbiamo cercare di completare la diagnosi. Quanto alla terapia, proprio non c'è.
Il senso di estraneità rispetto al mondo del nordest lo condivido interamente, consapevole delle accuse di snobismo che ritengo scontate. Non ho mai sopportato il localismo, il provincialismo e ora il leghismo che è la suprema incarnazione di localismo e provincialismo. Non riesco a leggere l'Arena, il giornale della mia città, al massimo lo sfoglio, ho bisogno di Repubblica e di Internazionale. Ho bisogno di scappare, di evadere. Vado in vacanza in Grecia, o all'estero comunque, per uscire da un mondo chiuso e asfittico. Ho sempre invidiato i toscani, gli emiliani e anche i mantovani, magari idealizzandoli e mitizzandoli. Insomma capisco molto bene i non-insediati in questa regione sempre più degradata sia culturalmente che esteticamente. E, se non avessi legami pratici qui, cambierei città e regione. In esilio volontario.


La sapienza secondo Montaigne


Capita alle persone veramente sapienti quello che capita alle spighe di grano: si levano e alzano la testa dritte e fiere finché sono vuote, ma quando sono piene di chicchi cominciano ad umiliarsi e ad abbassare il capo.

Montaigne

Storia secondo Musil


Il cammino della storia non è quello di una palla da biliardo, che segue una inflessibile legge causale; somiglia piuttosto a quello di una nuvola, a quello di chi va bighellonando per le strade, e qui è sviato da un'ombra, là da un gruppo di persone o dallo spettacolo di una piazza barocca, e infine giunge in un luogo che non conosceva e dove non desiderava andare.

Musil

Ritratto



Ritratto è nello stesso tempo copia di una persona, immagine che la riporta alla memoria e alla conoscenza (da ritraho) e oggetto che sostituisce un'assenza, che cerca di renderla presente (da protraho), verbo cui si ricollega il nome in inglese e in francese (portrait).