venerdì 28 dicembre 2018

Una storia semplice / Leonardo Sciascia


Una storia semplice / Leonardo Sciascia. 
- 7.ed. - Milano : Adelphi, 1991. - 66 p. ; 18 cm.

Incipit:

La telefonata arrivò alle 9 e 37 della sera del 18 marzo, sabato, vigilia della riluttante e rombante festa che la città dedicava a san Giuseppe falegname: e al falegname appunto erano offerti i roghi di mobili vecchi che quella sera si accendevano nei quartieri popolari, quasi promessa ai falegnami ancora in esercizio, e ormai pochi, di un lavoro che non sarebbe mancato.

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La tregua / Primo Levi


La tregua / Primo Levi. - 17 ed. - Torino: Einaudi, 2010. - 277 p. ; 20 cm. - (ET ; 425). - [ISBN] 978-88-06-17385-2.


Incipit:

Nei primi giorni del gennaio 1945, sotto la spinta dell'Armata Rossa, i tedeschi avevano evacuato in tutta fretta il bacino minerario slesiano. Mentre altrove, in analoghe condizioni, non avevano esitato a distruggere col fuoco e con le armi i Lager insieme con i loro occupanti, nel distretto di Auschwitz operarono diversamente.



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lunedì 5 novembre 2018

Tutto scorre ... / Vasilij Grossman


Tutto scorre ... / Vasilij Grossman. - 6. ed. - Milano : Adelphi, 2008. - 229 p. ; 22 cm.. - (Fabula ; 17). - [ISBN] 978-88-459-0248-2.

Incipit.
"Il treno proveniente da Chabarovsk arrivava a Mosca verso le nove del mattino. Un giovanotto in pigiama si diede una grattatina alla testa arruffata, gettò uno sguardo oltre il finestrino, alla semioscurità del mattino autunnale. Poi sbadigliando si rivolse alla gente che sostava nel corridoio, con l'asciugamano e il portasapone".

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nonsoloproust
girodelmondoattraversoilibri
claudiogiunta.it
culturacattolica.it
martinosavorani.it
letteratura.rai.it Video

lunedì 24 settembre 2018

Una questione privata / Beppe Fenoglio


Una questione privata / Beppe Fenoglio ; introduzione di Gabriele Pedullà. - Torino : Einaudi, 2014. - LVIII, 128 p. : [1] carta geografica ; 21 cm.. - (Super ET). - [ISBN] 978-88-06-21926-0.

Incipit:
La bocca socchiusa, le braccia abbandonate lungo i fianchi, Milton guardava la villa di Fulvia, solitaria sulla collina che degradava sulla città di Alba.
Il cuore non gli batteva, anzi sembrava latitante dentro il suo corpo.
Ecco i quattro ciliegi che fiancheggiavano il vialetto oltre il cancello appena accostato, ecco i due faggi che svettavano di molto oltre il tetto scuro e lucido. I muri erano sempre candidi, senza macchie né fumosità, non stinti dalle violente piogge degli ultimi giorni. Tutte le finestre erano chiuse, a catenella, visibilmente da molto tempo.
“Quando la rivedrò? Prima della fine della guerra è impossibile. Non è nemmeno augurabile. Ma il giorno stesso che la guerra finisce correrò a Torino a cercarla. E’ lontana da me esattamente quanto la nostra vittoria.



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martedì 13 febbraio 2018

La pelle /Curzio Malaparte

Incipit:

Erano i giorni della «peste» di Napoli. Ogni pomeriggio alle cinque, dopo mezz’ora di punching-ball e una doccia calda nella palestra della P.B.S., Peninsular Base Section, il Colonnello Jack Hamilton ed io scendevamo a piedi verso San Ferdinando, aprendoci il varco a gomitate nella folla che, dall’alba all’ora del coprifuoco, si accalcava tumultuando in via Toledo.
Eravamo puliti, lavati, ben nutriti, Jack ed io, in mezzo alla terribile folla napoletana squallida, sporca, affamata, vestita di stracci, che torme di soldati degli eserciti liberatori, composti di tutte le razze della terra, urtavano e ingiuriavano in tutte le lingue e in tutti i dialetti del mondo. L’onore di essere liberato per primo era toccato in sorte, fra tutti i popoli d’Europa, al popolo napoletano: e per festeggiare un così meritato premio, i miei poveri napoletani, dopo tre anni di fame, di epidemie, di feroci bombardamenti, avevano accettato di buona grazia, per carità di patria, l’agognata e invidiata gloria di recitare la parte di un popolo vinto, di cantare, di battere le mani, saltare di gioia tra le rovine delle loro case, sventolare bandiere straniere, fino al giorno innanzi nemiche, e gettar dalle finestre fiori sui vincitori.
Ma nonostante l’universale e sincero entusiasmo, non v’era un solo napoletano, in tutta Napoli, che si sentisse un vinto. Non saprei dire come questo strano sentimento fosse nato nell’animo del popolo.




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raiplayradio.it (Ad alta voce)

domenica 7 gennaio 2018

Due storie sporche / Alan Bennett

Due storie sporche / Alan Bennett ; traduzione di Mariagrazia Gini. - Milano : Adelphi eBook, 2011

In realtà il titolo inglese, Smut. Two Unseemly Stories, sarebbe più esattamente Due storie sconvenienti, che renderebbe maggiormente il carattere ironico dei due racconti.

Il primo, Mrs Donaldson ringiovanisce, ha come protagonista Mrs Donaldson, una vedova cinquantenne, ancora piacente, con alle spalle un matrimonio noioso, durato circa 30 anni, con Cyril. Ha una figlia, Gwen, molto perbenista che rimprovera la madre per le sue scelte, che ritiene non adatte alla sua età. In particolare quella di lavorare  in una scuola di medicina, come finta paziente per le esercitazioni e quella di affittare una stanza a giovani studenti.
Ma sono proprio queste due attività che trasformano la vita della giovane vedova e le aprono nuovi orizzonti.
In sintesi, la storia rappresenta anche una scoperta della propria sessualità, repressa negli anni del "noioso" matrimonio.
Mrs Donaldson nel corso di queste due esperienze, quella di finta paziente e quella di affittacamere, veramente ringiovanisce.

I personaggi, oltre alla protagonista, Mrs Jane Donaldson sono gli altri pazienti simulatori: Terry, l'amica Delia, la rivale Mrs Beckinsale; il dottor Duncan Ballantyne, il medico che organizza le visite simulate per gli studenti e che spasima per Mrs Donaldson; gli studenti che si esercitano nell'intervista medica e nelle diagnosi, Rowswell, Minkskip, Parfitt, Maloney, Adams, Prentice, Partidge, Metcalf, Loekwood; gli studenti affittuari, Laura, studentessa di medicina e il suo fidanzato Andy, studente di architettura, Ollie, studente di belle arti e la sua fidanzata Geraldine, che lavora in un bar biologico; Gwen, la figlia, una benpensante noiosa, che disapprova lo stile di vita della madre.

Ci sono, nei racconto due campi semantici evidenti:

1) il campo della recita, nel lavoro di simulazione dei pazienti, anche con una specie di competizione, ma anche nella vita normale:
"sceneggiata", "recitare la parte della mogliettina incapace" (vedovanza di Mrs. Donaldson come liberazione!), "Mrs Backinsale, che amava recitare a tinte forti", "una sua rappresentazione della demenza senile", "il dottor Ballantyne] teneva in grande considerazione il suo piccolo cast di attori", "performance da Oscar", "a te danno tutti i personaggi più sfiziosi" (competizione), "chiamata alla ribalta", "insolito applauso", "la nostra Meryl Streep".
In una simulazione  che riguarda la comunicazione della morte di un marito alla moglie da parte di uno studente, emergono aspetti reali della vita di Mrs Donaldson, come l'esperienza della vedovanza, vissuta come liberazione dal marito noioso.

2) il campo della sessualità nel secondo lavoro di affittacamere.
La prima coppia di studenti affittuari, Laura ed Andy, propongono alla protagonista di fare la voyeur di un loro amplesso, in cambio dell'affitto che non riescono a pagare. Lei accetta, riscoprendo un nuovo aspetto della sessualità, soprattutto in rapporto alla frustrante esperienza con il marito ("l'amplesso dei Donaldson era quasi interamente muto"). Anche qui, tuttavia, emerge l'aspetto della recita. In questo caso i due studenti sono gli attori (al contrario dell'esperienza delle visite simulate) e lei è la spettatrice che osserva lo "spettacolo" della giovane coppia.
Quando arriva la seconda coppia di studenti affittuari, Ollie e Geraldine, iniziano i sospetti che la sua "storia sconveniente" fosse circolata anche nella clinica tra studenti e finti pazienti, e che la considerassero una "lasciva tardona" o, peggio una "tenutaria".
In una "simulata" si capisce che Mrs. Beckinsale è a conoscenza delle sue esperienze voyeuristiche: "E' che questa qui vuol prendersi un bel pigionante"

Questi due aspetti (recita e sessualità) in realtà si intrecciano e le simulazioni "erano state una prova, un allenamento, un'iniziazione alla spontaneità"; "lei recitava sia a casa sia al lavoro".
Infatti, anche la figlia Gwen se ne accorge: "da quando fai quel lavoro sei diventata veramente ... lassista". C'è dunque un legame tra il lavoro in clinica e il comportamento a casa. La simulazione di uno stupro da parte della seconda coppia di studenti lega strettamente il tema "recita" al tema"sessualità".
Le simulazioni la rendono libera di esprimere e anche di vivere anche nella realtà i suoi desideri sessuali.


Il secondo racconto, Mrs Forbes non deve sapere, è meno coinvolgente, ma sempre pervaso da ironia e leggerezza.

Il personaggio principale è Graham Forbes, un narciso di 28 anni, cocco di mamma, omosessuale, che si sposa con Betty Greene, una donna bruttina, che, nel corso del racconto, si rivelerà piena di risorse.
Altrettanto importante è la figura della madre, Mrs. Forbes, che adora il figlio, è molto snob, è non gradisce che Graham sposi Betty, perché non ha un bel nome, è brutta, è ebrea, non è ricca (in realtà è ricchissima e abilissima nella gestione finanziaria).
Poi c'è il padre di Graham, Edward Forbes, ballerino provetto, vittima delle ossessioni della moglie, ma che riesce a condurre piacevolmente una sua seconda vita, come rivelerà un inaspettato finale. Con la moglie e poi con la nuora usa un lessico molto osé, che scandalizza la moglie: "che ci abbiano dato dentro", "che se la sia già fatta", "una che la dà via".

Il tema di fondo di questo racconto è la falsità e l'ipocrisia. Tutti recitano e fingono:
- Graham è omosessuale, ma lo nasconde e vive una vita parallela con il nome di Toby;
- Betty recita la parte della perfetta mogliettina, ma nasconde le sue abilità
- Mrs. Forbes, la madre, recita la parte della benpensante, che finge di non sapere. Quando le viene "rivelato" da Kevin che il suo bel Graham è omosessuale "diede una bella prova d'attrice dilettante mettendo in scena la sua idea di madre affranta"
- Il padre si isola dalla moglie, ha delle storie virtuali su Internet e poi reali con la nuora
- Kevin (Gary, Trevor), il poliziotto omosessuale, amante di Graham si rivela un ricattatore e si presenta con nomi e professioni diverse (camionista, carrozziere)

Anche il tema dei nomi che i personaggi si cambiano e di cui parlano o che usano per mimetizzarsi rinvia alla debolezza delle identità.

In conclusione, ognuno inganna gli altri, nessuno è sincero, ma non c'è dramma. Molta ironia.

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