lunedì 29 febbraio 2016

La versione di Barney / Mordecai Richler

La versione di Barney : note e poscritto di Michael Panofsky / Mordecai Richler ; traduzione di Matteo Codignola. - Milano : Adelphi, 2000 (Fabula ; 131). - 490 p. ; 22 cm,

Incipit
"Tutta colpa di Terry. È lui il mio sassolino nella scarpa. E se proprio devo essere sincero, è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata. Fra l’altro mettendomi a scribacchiare un libro alla mia veneranda età violo un giuramento solenne, ma non posso non farlo. Non posso lasciare senza risposta le volgari insinuazioni che nella sua imminente autobiografia Terry McIver avanza su di me, le mie tre mogli (o come dice lui la troika di Berny Panofsky), la natura della mia amicizia con Boogie e, ovviamente, lo scandalo che mi porterò fin nella tomba"

Ad una prima lettura questo libro non mi aveva convinto: troppi nomi (di film, di canzoni, di giocatori di hockey, di alcolici), troppo "canadese". Poi, invece, mi sono appassionato alle storie di Barney, un vero "bastardo" (anche a detta sua), ma un bastardo pieno di vitalità. E' questa vitalità, questa voglia di assaporare il "midollo della vita", di vivere i sentimenti (negativi e positivi) fino in fondo che rende accettabile questo personaggio cinico, politicamente scorretto, egoista e senza morale.
La domanda centrale che ci facciamo è: cosa c'è di vero nel suo racconto, nella sua "versione" contrapposta, come vediamo fin dall'inizio, a quella del suo odiato amico/nemico Terry.
E' questa "la vera storia" della sua vita dissipata? E' qui evidente il paradosso del mentitore: Barney dice di essere un bugiardo, ma allora cosa c'è di vero in quello che racconta? E' parzialmente vero o del tutto falso? In questa ambiguità, rafforzata anche dalle innumerevoli contraddizioni che emergono, sta il fascino di questo libro.
Al centro, oltre ai rapporti con le tre mogli (Clara, la seconda signora Panofsky e Miriam), c'è il rapporto con l'amico Boogie e la vicenda della sua morte.
E' Barney l'assassino? Per tutto il libro si dichiara innocente, anche se, a volte, si lascia sfuggire (per provocazione? per scherzo?) qualche ammissione. Ma se è stato lui, come sembra provato alla fine, non l'ha ucciso per il tradimento con la moglie, la seconda signora Panofsky (da cui voleva divorziare al più presto). Non credo sia questo il motivo! L'ha ucciso perché si è sempre ritenuto inferiore a quell'amico geniale del periodo parigino, di cui - come riporta Terry - barney era un maldestro imitatore, "il suo Venerdì".

Va aggiunto, infine, che è un libro divertente con delle pagine e delle battute esilaranti, con dialoghi meravigliosi.

Cinismo e cattiveria contro l'ipocrisia degli artisti

"Quello spaccone di Hemingway, che pure aveva un indubbio fiuto per le patacche, improvvisò le sue memorie della Grande Guerra a tavolino. Lewis Carroll, adorato da generazioni di bambini, non era precisamente il tipo cui avreste affidato volentieri per una sera la vostra figlia decenne. Il compagno Picasso durante l'occupazione di Parigi leccò ben benino il sedere ai nazisti. Se Simenon si è davvero scopato diecimila donne mi mangio la paglietta" (p. 219)

"Ma la verità è che nulla mi delizia quanto una biografia da cui apprendo che questo o quel presunto grande in realtà era una vera merda. [...] Pensate solo a Eliot, che aveva fatto rinchiudere la prima moglie in manicomio perché era la stata probabilmente lei a scrivere alcuni dei suoi versi migliori. O vogliamo parlare di Thomas Jefferson, il quale aveva non so quante schiave al suo servizio e alla più graziosa di tutte fece dono di un bel fantoccio illegittimo?" (p- 324-325)

Ambiguità (vero/falso)

"Ormai mi succede spesso di svegliarmi senza sapere più bene cosa accadde quel giorno sul lago. Mi viene persino il dubbio di avere ritoccato gli eventi a mio vantaggio, come del resto ho fatto con innumerevoli altri episodi della mia vita. Insomma, e se avesse ragione O'Hearne? [il poliziotto] E se, come quel bastardo ha sempre sospettato, Boogie lo avessi ucciso io, con un colpo al cuore? Mi aggrappo all'idea di non essere un violento, e tantomeno un assassino". (p. 371)

Telefonate

Stupende le telefonate della seconda Signora Panofsky alla madre, dove viene riportata solo la voce della figlia, ma si capisce benissimo cosa sta dicendo la madre.

"Ho preso tutto quello che mi hai messo nella lista, assolutamente tutto. Mai adesso basta. Nessuno manderà delle fotografie al rabbino Horustein. Ma certo. Ma certo, sì, facciamo la doccia insieme, ma chiudiamo la porta. E comunque non è mica un reato. sai? Ti ho detto di sì. Lo so che è per il mio bene, ma vorrei che lasciati perdere questo argomento. Non ti ho detto che sei un'impicciona [...] Mami, qui è tutto bello da non credere. Cosa? Non è vero. Non ho detto che Montreal è brutta. Dio santo, ma non ti si può proprio parlare oggi. Se non sapessi che è impossibile penserei che hai le tue cose. Non sono maligna. Lo so che un giorno capiterà anche a me, solo spero che la prenderò meglio. E dalli. E' l'unica voce che ho, e se non ti va bene il tono è meglio che riattacchi. Va bene, va bene, scusa ... " (pp. 263-266)

Personaggi

Barney Panofsky: il protagonista e autore dell suo libro autobiografico. Vive a Montreal, dopo un primo periodo a Parigi. E' un produttore televisivo.

Clara Charnofsky: la prima moglie di Barney, di cui si parla nella prima parte del libro ambientata a Parigi (1950-1952). Pittrici e poetessa, dopo la morte diventa un icona del femminismo. Muore suicida.

Terry McIver: scrittore canadese. conosciuto a Parigi. In risposta al suo libro "Il tempo, le febbri", Barney scrive la sua versione.

Bernard "Boogie" Moscovitch: scrittore, astro nascente, conosciuto a Parigi. In realtà è un'eterna promessa, anche se Barney lo mitizza e lo imita. Il loro rapporto è un elemento centrale del libro.

Seconda Signora Panofsky: al centro della seconda parte (1958-1960). Figlia di buona famiglia, sposata da Barney senza convinzione. Logorroica.

Miriam Greenberg: terza moglie, si innamora di lei durante la festa del secondo matrimonio. Vive a Toronto. E' quella più amata ed è al centro della terza parte (1960-). Lascia Barney a causa di un suo stupido tradimento.

Mike Panofsky:  il figlio maggiore di Barney. E' molto ricco e vive a Londra con la moglie Catherine (odiata da Barney). E' lui che cura il libro e scrive una postfazione che spiega ciò che è successo dopo l'Alzheimer del padre.

Saul Panofsky: il secondo figlio di Barney. Oscilla da posizioni di sinistra (in gioventù) a posizioni conservatrici. Non è sposato e cambia continuamente compagna. E' quello che somiglia di più al padre.

Kate Panofsky: la figlia che non vuole accettare, nemmeno di fronte a prove evidenti, la colpevolezza del padre.

Leo Bishinsky: un amico del periodo parigino, diventerà un artista ricco e famoso.

Cedric Richardson: ricco amico del periodo parigino. Era suo il figlio di Clara. che muore subito dopo il parto.

Morty Herscovitch: dottore di Barney

Blair Hopper Hauptman: il disertore americano, odiatissimo da Barney, che diventerà il compagno di Miriam, dopo la rottura del matrimonio.

Sean O'Harne: il poliziotto che cerca per tutta la vita di dimostrare che Barney ha assassinato Boogie.

John Hughes-McNoughton: è l'avvocato che difende Barney al processo per l'assassinio di Boogie.

Mrs Ogilvy: l'insegnante di Boogie. Protagonisti dei ricordi e dei sogni erotici di Barney

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