domenica 7 gennaio 2018

Due storie sporche / Alan Bennett

Due storie sporche / Alan Bennett ; traduzione di Mariagrazia Gini. - Milano : Adelphi eBook, 2011

In realtà il titolo inglese, Smut. Two Unseemly Stories, sarebbe più esattamente Due storie sconvenienti, che renderebbe maggiormente il carattere ironico dei due racconti.

Il primo, Mrs Donaldson ringiovanisce, ha come protagonista Mrs Donaldson, una vedova cinquantenne, ancora piacente, con alle spalle un matrimonio noioso, durato circa 30 anni, con Cyril. Ha una figlia, Gwen, molto perbenista che rimprovera la madre per le sue scelte, che ritiene non adatte alla sua età. In particolare quella di lavorare  in una scuola di medicina, come finta paziente per le esercitazioni e quella di affittare una stanza a giovani studenti.
Ma sono proprio queste due attività che trasformano la vita della giovane vedova e le aprono nuovi orizzonti.
In sintesi, la storia rappresenta anche una scoperta della propria sessualità, repressa negli anni del "noioso" matrimonio.
Mrs Donaldson nel corso di queste due esperienze, quella di finta paziente e quella di affittacamere, veramente ringiovanisce.

I personaggi, oltre alla protagonista, Mrs Jane Donaldson sono gli altri pazienti simulatori: Terry, l'amica Delia, la rivale Mrs Beckinsale; il dottor Duncan Ballantyne, il medico che organizza le visite simulate per gli studenti e che spasima per Mrs Donaldson; gli studenti che si esercitano nell'intervista medica e nelle diagnosi, Rowswell, Minkskip, Parfitt, Maloney, Adams, Prentice, Partidge, Metcalf, Loekwood; gli studenti affittuari, Laura, studentessa di medicina e il suo fidanzato Andy, studente di architettura, Ollie, studente di belle arti e la sua fidanzata Geraldine, che lavora in un bar biologico; Gwen, la figlia, una benpensante noiosa, che disapprova lo stile di vita della madre.

Ci sono, nei racconto due campi semantici evidenti:

1) il campo della recita, nel lavoro di simulazione dei pazienti, anche con una specie di competizione, ma anche nella vita normale:
"sceneggiata", "recitare la parte della mogliettina incapace" (vedovanza di Mrs. Donaldson come liberazione!), "Mrs Backinsale, che amava recitare a tinte forti", "una sua rappresentazione della demenza senile", "il dottor Ballantyne] teneva in grande considerazione il suo piccolo cast di attori", "performance da Oscar", "a te danno tutti i personaggi più sfiziosi" (competizione), "chiamata alla ribalta", "insolito applauso", "la nostra Meryl Streep".
In una simulazione  che riguarda la comunicazione della morte di un marito alla moglie da parte di uno studente, emergono aspetti reali della vita di Mrs Donaldson, come l'esperienza della vedovanza, vissuta come liberazione dal marito noioso.

2) il campo della sessualità nel secondo lavoro di affittacamere.
La prima coppia di studenti affittuari, Laura ed Andy, propongono alla protagonista di fare la voyeur di un loro amplesso, in cambio dell'affitto che non riescono a pagare. Lei accetta, riscoprendo un nuovo aspetto della sessualità, soprattutto in rapporto alla frustrante esperienza con il marito ("l'amplesso dei Donaldson era quasi interamente muto"). Anche qui, tuttavia, emerge l'aspetto della recita. In questo caso i due studenti sono gli attori (al contrario dell'esperienza delle visite simulate) e lei è la spettatrice che osserva lo "spettacolo" della giovane coppia.
Quando arriva la seconda coppia di studenti affittuari, Ollie e Geraldine, iniziano i sospetti che la sua "storia sconveniente" fosse circolata anche nella clinica tra studenti e finti pazienti, e che la considerassero una "lasciva tardona" o, peggio una "tenutaria".
In una "simulata" si capisce che Mrs. Beckinsale è a conoscenza delle sue esperienze voyeuristiche: "E' che questa qui vuol prendersi un bel pigionante"

Questi due aspetti (recita e sessualità) in realtà si intrecciano e le simulazioni "erano state una prova, un allenamento, un'iniziazione alla spontaneità"; "lei recitava sia a casa sia al lavoro".
Infatti, anche la figlia Gwen se ne accorge: "da quando fai quel lavoro sei diventata veramente ... lassista". C'è dunque un legame tra il lavoro in clinica e il comportamento a casa. La simulazione di uno stupro da parte della seconda coppia di studenti lega strettamente il tema "recita" al tema"sessualità".
Le simulazioni la rendono libera di esprimere e anche di vivere anche nella realtà i suoi desideri sessuali.


Il secondo racconto, Mrs Forbes non deve sapere, è meno coinvolgente, ma sempre pervaso da ironia e leggerezza.

Il personaggio principale è Graham Forbes, un narciso di 28 anni, cocco di mamma, omosessuale, che si sposa con Betty Greene, una donna bruttina, che, nel corso del racconto, si rivelerà piena di risorse.
Altrettanto importante è la figura della madre, Mrs. Forbes, che adora il figlio, è molto snob, è non gradisce che Graham sposi Betty, perché non ha un bel nome, è brutta, è ebrea, non è ricca (in realtà è ricchissima e abilissima nella gestione finanziaria).
Poi c'è il padre di Graham, Edward Forbes, ballerino provetto, vittima delle ossessioni della moglie, ma che riesce a condurre piacevolmente una sua seconda vita, come rivelerà un inaspettato finale. Con la moglie e poi con la nuora usa un lessico molto osé, che scandalizza la moglie: "che ci abbiano dato dentro", "che se la sia già fatta", "una che la dà via".

Il tema di fondo di questo racconto è la falsità e l'ipocrisia. Tutti recitano e fingono:
- Graham è omosessuale, ma lo nasconde e vive una vita parallela con il nome di Toby;
- Betty recita la parte della perfetta mogliettina, ma nasconde le sue abilità
- Mrs. Forbes, la madre, recita la parte della benpensante, che finge di non sapere. Quando le viene "rivelato" da Kevin che il suo bel Graham è omosessuale "diede una bella prova d'attrice dilettante mettendo in scena la sua idea di madre affranta"
- Il padre si isola dalla moglie, ha delle storie virtuali su Internet e poi reali con la nuora
- Kevin (Gary, Trevor), il poliziotto omosessuale, amante di Graham si rivela un ricattatore e si presenta con nomi e professioni diverse (camionista, carrozziere)

Anche il tema dei nomi che i personaggi si cambiano e di cui parlano o che usano per mimetizzarsi rinvia alla debolezza delle identità.

In conclusione, ognuno inganna gli altri, nessuno è sincero, ma non c'è dramma. Molta ironia.

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