venerdì 12 agosto 2011

Storia d’Italia: Il periodo della grande ebetudine


Nel corso degli ultimi anni del secolo XX e nei primi del XXI, più precisamente dal 1993 al primo decennio del nuovo secolo, la storia italiana fu caratterizzata dall’emergere di un fenomeno profondo e diffuso di credulità di massa. E’ questo il periodo della “grande ebetudine”, nel corso del quale una gran parte di italiani si lasciarono convincere da un ricco imbonitore (SB) sulla possibilità di realizzare il regno di Bengodi, in particolare di ridurre le tasse per tutti, di costruire in poco tempo moderne infrastrutture, di garantire a tutti una vita felice.

Gran parte della responsabilità per la diffusione dell’ebetudine a livello di massa va addebitata al ruolo della televisione, che, in quegli anni, diffuse immagini falsate, distorte ed edulcorate della realtà, ma ciò fu possibile soprattutto per la grande facilità con cui gli “ebeti” si lasciarono convincere.

Fu un periodo di addormentamento e di ottundimento generale: qualsiasi cosa succedeva, qualsiasi grave comportamento, qualsiasi incredibile volgarità veniva accettata e giustificata, con scarse reazioni. Gli “ebeti” si erano lasciati facilmente convincere che esistessero ancora i comunisti cattivi, che ci fossero le cosiddette toghe rosse, che i giornali stranieri fossero manovrati da lobbies comuniste e che una prostituta minorenne fosse la nipote di Mubarak.

In questo periodo, anche l’opposizione fu protagonista di fenomeni di ebetudine: cercò talvolta di adattarsi al clima prevalente, propose penosi compromessi oppure si divise in piccoli partitini, quando fu per un breve periodo al governo, che si danneggiarono l’un l’altro e non permisero una risposta efficace ai problemi del paese.

Il fenomeno dell’ebetudine italiana, del resto, non era nuovo: nel ventennio fascista milioni di italiani credettero alle mirabolanti mete offerte da un altro grande e tragico imbonitore e, in nome della romanità, dei valori nazionali e di simili mitologie, si lanciarono nella tragica avventura della II guerra mondiale. Solo la pesante sconfitta e la reazione di una parte di italiani che valorosamente si batterono per la libertà e la democrazia portarono ad un risveglio, che si rivelò, tuttavia, di non lunga durata.

Considerando che, nell’arco di circa un secolo, per ben due volte gli italiani sono ricaduti nella stessa situazione di ebetudine, alcuni storici sono arrivati alla triste conclusione che non vi sia rimedio e che la credulità, nonostante il mito degli “italiani furbi”, sia una caratteristica antropologica e caratteriale dell’italiano.

Altri storici, invece, sono meno pessimisti e pensano che, dopo questi due vaccini (il fascismo e il berlusconismo), gli italiani possano riprendere un cammino nuovo, che consenta loro di creare un paese in cui prevalgano, finalmente, i valori dell’onestà, della giustizia e del merito.