giovedì 27 febbraio 2020

Venezia città delle asimmetrie / Ettore Camuffo

Venezia città delle asimmetrie / Ettore Camuffo. - Venezia : Marsilio, 2019. - 339 p. ; 20 cm.

Interessante questo modo nuovo di guardare Venezia. La bellezza della città  dipende anche dal fatto di essere asimmetrica, in primo luogo nell'architettura. Se guardiamo le case che si susseguono, come una quinta teatrale, sul Canal grande, ad esempio, troviamo molte sfasature nell'alternarsi di case signorili e case più modeste, nelle diverse altezze, nel numero delle finestre dei diversi piani, nell'alternarsi di stili differenti.
Altre asimmetrie derivano dal fatto che una città di mare dipendesse dal legname dei boschi delle montagne del Cadore e del Cansiglio, portato in laguna dopo un lungo viaggio sui fiumi e poi con le zattere.
Infine, l'asimmetria evidente della gondola, una barca con un fianco più lungo dell'altro che la rende sbilanciata, ma tuttavia perfettamente manovrabile grazie all'abilità dei gondolieri.

Senso di precarietà, lentezza e indecisione
Chi soggiorna a Venezia percepisce la frequente lentezza e indecisione dei veneziani. I veneziani restano isolani, esprimono un senso di precarietà e d'incertezza che molti hanno confuso con l'aleggiare in città di uno spirito di morte e di tristezza che invece è coscienza del provvisorio e dell'incertezza delle vite e delle cose.

Senso di caducità e fiducia nell'operare umano
Due sentimenti compresenti: senso di caducità dei tempi me, allo stesso tempo, la fiducia che deriva da ciò che uomini concreti hanno saputo fare. Va ricordato che Venezia non sarebbe mai esistita senza l'intervento umano che ha deviato la foce dei fiumi, perché non si interrasse completamente.

Una città senza mura
Un'altra asimmetria: contrariamente alle altre città del Medioevo, dotate di fortificazioni, Venezia è una città senza mura. La sua difesa è la laguna stessa.

Pietre e legno
Venezia ha un suo gigantesco doppio nel proprio sottosuolo costituito da decine di migliaia di alberi infissi nel fango a consolidarlo, migliaia di zatteroni di travi a rendere edificabile un terreno strutturalmente instabile.
Una città che si mostra nella bellezza delle sue pietre e dei suoi marmi, mentre nasconde un'anima impensabile creata dalla presenza d'intere foreste.
Altro legno era necessario alla cantieristica navale, per il riscaldamento, per la segnaletica lagunare ecc.
Alla fine del Settecento ogni anno Venezia consumava 300-350.000 tronchi.

La segheria veneziana
Nelle segherie dell'area del Piave, dove si preparavano i tronchi da mandare in Laguna, fu adottata la cosiddetta "segheria veneziana" (poi diffusa anche in Trentino e in Tirolo): un sistema inventato e praticato a Venezia, perfezionato da Leonardo da Vinci, che utilizzava la forza idraulica (sega a biella e manovella).
Una città di mare ha rivoluzionato il processo produttivo di una risorsa, il legno, tipica delle aree montane.

Navi che attraversano le montagne
Nella guerra contro i Visconti di Milano, tra il 1425 e il 1454, vi fu un episodio di trasferimento  di galee veneziane per montes fino al Lago di Garda: lungo l'Adige fino a Mori e poi attraversando le falde del Baldo per 20 km fino a Torbole.

La gondola
Il colore nero viene imposto nel Sei-Settecento per evitare eccessi di lusso da parte dei nobili ("niun barcarol ardischa vogar le gondole troppo riccamente ornate sotto pena di pregion, gallea et altro").
Il felze era l'abitacolo che proteggeva i passeggeri, una copertura analoga a quella delle carrozze.
La forcola è una struttura in legno, che assunse diverse forme, dove si appoggia il remo per effettuare le diverse manovre (8 tipi di manovre, a seconda delle posizioni in cui si appoggia il remo).
La gondola è costituita da 280 pezzi diversi, ricavati da 8 tipi di legno.

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