sabato 19 luglio 2008

Mani di Patrick Leigh Fermor


Incipit: "Farà bene a stare attento, se va su ad Anavriti" ammonì il giovane barbiere con un sinistro schiocco di forbici. Le tuffò in un'altra manciata di capelli impastati di polvere. Il trac dell'amputazione, e un'altra ciocca si aggiunse al cerchio di detriti incolori per terra. Riflessa nello specchio di fronte,la testa emergente dal lenzuolo si rimpiccioliva a vista d'occhio. già la sentivo qualche libbra più leggera. "Sono gente stramba"

In fondo tutto il libro è contro la diffidenza di questo barbiere (ma potrebbe essere chiunque) per il diverso, il lontano, lo straniero. Libro scritto da un grande viaggiatore, di cui ho potuto vedere l'ampia villa dove vive, ormai vecchio, a Kardamili. Un innamorato della Grecia e del suo popolo, in particolare della popolazione del Mani, di cui descrive, in occasione del viaggio, storia, abitudini, costumi, carattere.
A volte c'è un ecesso di descrizione naturalistica e paesaggistica, con troppe (a volte troppo ardite) metafore, ma nel complesso il libro offre notevoli spunti di riflessione su molte questioni, dalla religione all'arte.
Con questo libro ho ripercorso le mie modeste esperienze di viaggio nel Peloponneso
e nel Mani, che mi aveva colpito per il paesaggio
arido e selvaggio,
quasi da "fine del mondo": è sulla punta del Mani, Capo Matapan, che c'era il Tenaro, la grotta per passare nell'Ade.
Nomi che ad altri dicono poco, suscitano ricordi particolari: Kardamili, Areopoli, Vathia (con le innumerevoli torri maniote), Porto Kagio.


"[I fucili] avevano un nome eufonico, che sembra più adatto a un fiore che a un fucile, e che in effetti somiglia alla parola greca per garofano e chiodo di garofano: kariofilia. Questa parola musicale e strana è una approssimativa ellenizzazione del nome di un armaiolo italiano i cui prodotti erano pregiatissimi in tutto il Levante. Carlo e figli"

Con quale facilità le popolazioni si spostavano nelle antiche terre greche, nel mondo conquistato ed ellenizzato da Alessandro, nel vasto spazio di Roma e dell'impero bizantino! Senza documenti, libera, senza pastoie, la gente errava a suo piacimento fra il Tamigi, il Danubio, l'Eufrate e l'alto Nilo, in ogni luogo, insomma, esente dalla minaccia barbarica, e spesso al di là. Oggi ognuno è numerato, inanellato come un piccione, rinchiuso in una gabbia di frontiere. Sul saldo telaio di popolazioni sedentarie si tesseva sempre, costante e irregolare nella trama e nell'ordito, un movimento spicciolo generato da irrequietezza, da intenti commerciali, sete di bottino, ricerca di colonie, fughe o esili, oppure un vero e proprio trapianto, dovuto forse a motivi politici alla ricerca di un rifugio.

Gli imperi erano più cosmopoliti e più facili da percorrere per i migranti, più eterogenei nella composizione delle diverse etnie. Lo stato nazionale è per sua natura chiuso.

"Perché non restate? ... Passeremo il tempo insieme ..."
Dia na perasome tin ora (per passare il tempo)
Una bellissime espressione greca

Arte orientale greca / Arte occidentale

[Le icone] sono in effetti, ideogrammi. Il loro legame con carne e sangue è talmente esiguo, che è quasi un caso che la notazione sia, nel suo modo molto rarefatto, antropomorfica. Sono, si potrebbe dire, dorate e illuminate radici cubiche del Logos.

Da questo momento si puà dire che in Oriente l'arte religiosa volle portare l'uomo a livello di Dio, e in Occidente Dio a livello dell'uomo, ponendo ciascuna delle due l'accento su una metà diversa della natura di Nostro Signore.

... i pittori greci di icone hanno scelto la strada più difficile. Hanno cercato di accedere allo spirito non per le facili vie della passione, ma tramite l'intelletto [Religione e filosofia]
... l'Occidente, dico, ha dipinto e scolpito Cristo come uomo. Le vette intellettuali indicate da Bisanzio non furono scalate, e la religione fu propagata nell'arte tramite le emozioni [elemento patetico]





Uomini grandi

Un paese è grande solo se sa produrre uomini saggi, e se ha il buon senso di eleggerli. Altrimenti gli individui, per quanto buoni e bravi e intelligenti, sono come degli zeri senza valore. Metti alla loro testa un governante in gamba, ed è come il numero in una cifra scritta, dà valore a tutti gli zeri, li muta nella somma di otto milioni nel caso della Grecia ...

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