mercoledì 11 settembre 2024

Memorie del sottosuolo / Fedor Dostoevskij


Memorie del sottosuolo / Fedor Dostoevskij ; nota introduttiva di Leone Ginzburg ; traduzione di Alfredo Polledro. - Torino : Einaudi, 2022 (ET Classici). - XVII, 132 p. ; 20 cm

Incipit

Sono un uomo malato… Sono un uomo maligno. Non sono un uomo attraente. Credo che mi faccia male il fegato. Del resto, non me n'intendo un'acca della mia malattia e non so con certezza che cosa mi faccia male. Non mi curo e non mi sono curato mai, sebbene la medicina e i dottori li rispetti. Inoltre, sono anche superstizioso all'estremo; be', almeno abbastanza da rispettare la medicina. (Sono sufficientemente istruito per non esser superstizioso, ma sono superstizioso). Nossignori, non mi voglio curare per malignità. Voi altri questo, di sicuro, non lo vorrete capire. Ebbene, io lo capisco. S'intende che non saprei spiegarvi a chi precisamente io faccia dispetto in questo caso con la mia malignità; so benissimo che anche ai dottori non posso in nessuna maniera "fargliela" col non curarmi da loro; so meglio d'ogni altro che con tutto questo danneggio unicamente me stesso e nessun altro. Ma tuttavia, se non mi curo, è per malignità! Se mi fa male il fegato, ebbene, mi faccia pure ancora più male!


Memorie dal sottosuolo di Fëdor Dostoevskij è un romanzo breve del 1864 che segna una svolta nella carriera dell'autore, anticipando temi cruciali che svilupperà nei suoi capolavori successivi. Questo testo, spesso considerato una delle prime opere esistenzialiste, affronta con brutalità e profondità i dilemmi psicologici e filosofici dell'uomo moderno, esplorando il maschile interiore, l'angoscia esistenziale e la ribellione contro le convenzioni sociali e morali. 

Trama e struttura 

Il romanzo è diviso in due parti principali: 1. 

Prima parte: il monologo del "sottosuolo"

Qui il protagonista, un uomo di circa quarant'anni che vive isolato, si rivolge direttamente al lettore in un monologo interiore frammentato e aspro. Si autodefinisce un "uomo malato", un individuo alienato dalla società, che si ribella contro il razionalismo e l'idea che l'uomo agisca sempre per il proprio interesse. Esprime la convinzione che l'essere umano sia mosso anche da impulsi irrazionali, come la volontà di autodistruzione e il piacere del dolore.

Seconda parte: L'incontro con Liza

In questo dialogo, il protagonista sembra voler assumere una posizione di potere morale, ma presto emerge la sua vera natura: egli non desidera aiutare Liza, ma affermare il proprio dominio su di lei, nel disperato tentativo di sentirsi superiore a qualcuno. Successivamente, Liza, colpita dalle sue parole, va a cercarlo nella sua casa, sperando in una redenzione o almeno in un qualche tipo di legame umano. Tuttavia, quando Liza arriva, il protagonista la umilia e la respinge, comportandosi in modo crudele e insensibile, rivelando la sua incapacità di stabilire relazioni autenticheLiza è una figura simbolica: rappresenta una speranza di redenzione e di connessione per il protagonista, ma il suo comportamento autodistruttivo lo spinge a respingere qualsiasi possibilità di cambiamento o di felicità. Il momento in cui Liza se ne va, ferita e umiliata, è uno dei punti più tragici del romanzo, poiché dimostra come il protagonista sia incapace di abbandonare il suo "sottosuolo" interiore. 

Critica sociale e psicologica

La seconda parte è anche una critica alle strutture sociali della Russia zarista e alle dinamiche di potere tra le classi sociali. Il protagonista, pur essendo un impiegato di basso rango, si sforza di sentirsi superiore alle persone intorno a lui, ma la sua arroganza nasconde un profondo senso di inferiorità e di inadeguatezza. Attraverso i suoi fallimenti nelle relazioni con gli altri, Dostoevskij dipinge un ritratto impietoso dell'alienazione sociale e psicologica dell'uomo moderno.

Significato della seconda parte

Questa parte del romanzo serve a concretizzare le idee esposte nella prima metà. Se nella prima parte il protagonista discute concetti astratti come la libertà, il razionalismo e l’autodistruzione, nella seconda vediamo come questi si manifestano nella sua vita reale. Il suo tentativo di dimostrare la propria libertà autodistruttiva e la sua incapacità di amare o di creare legami autentici mostrano il lato pratico e devastante del suo pensiero esistenziale.

In conclusione, la seconda parte di Memorie dal sottosuolo è fondamentale per comprendere pienamente la complessità del protagonista: non solo un uomo tormentato dai propri pensieri, ma anche un individuo che distrugge attivamente qualsiasi possibilità di felicità o redenzione nella sua vita concreta. La crudezza dei rapporti umani descritti qui anticipano molti dei temi più cupi che Dostoevskij svilupperà nelle sue opere successive, rendendo Memorie dal sottosuolo una pietra miliare della sua produzione letteraria e una riflessione profonda sulla condizione umana.


Link:

it.wikipedia.org

P. Giovannetti, F. Pennacchio, S. Sini: Fëdor Dostoevskij, Le memorie del sottosuolo (1864)

Audiolibro

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