giovedì 21 agosto 2014

Le montagne dei Paesi Bassi / Cees Nooteboom



Noteboom Cees
Le montagne dei Paesi Bassi / Cees Nooteboom ; introduzione di Enzo Siciliano. - Milano: Iperborea, c1996. - 149 p. ; 20 cm. - Tit. orig.: In Nederland.

Incipit:
"C'era una volta un tempo che, secondo alcuni, dura ancora. A quel tempo i Paesi Bassi erano molto più grandi di oggi. Altri dicono che non è vero e altri ancora sostengono che quel tempo è sì esustito, ma ormai non c'è più. Se sia così, non lo so. Quanto a me, posso affermare di aver visto con i miei occhi la bandiera olandese sventolare sui più alti passi d'Europa. Il Nord era anche allora dalle parti di Dakkum, di Rooderschool e di Pieterburen, il confine meridionale si trovava però a molti giorni di viaggio - anche in macchina - da Amsterdam e dall'Aia."

Una fiaba? Certo se inizia con "c'era una volta", se la geografia dei luoghi è incerta, se i personaggi sono molto delineati, non ci sono dubbi. E' la storia di Kai e di Lucia, due bellissimi giovani che si esibiscono come prestigiatori e che sono costretti ad abbandonare i Paesi Bassi del nord per la regione montagnosa e piena di pericoli del sud.
Fin qui non ci sarebbe nulla di speciale, una storia, un'avventura che prevede difficoltà e ostacoli, con il necessario lieto fine della fiaba.
Ma il racconto è fatto in prima persona da uno scrittore-personaggio, Alfonso Tiburon de Mendoza, ispettore delle strade di Saragoza, al quale piace giocare con la storia, fare rapide ed efficace incursioni con commenti e notazioni linguistiche molto stimolanti. Ad esempio (p. 50):
"Camino, carretera, weg, via, strada. Mi ha sempre dato da pensare il fatto che in nederlandese la parola weg, via, significhi anche "assente". El camino, in spagnolo, è semplicemente la strada, ma anche il viaggio. Ora il viaggio comporta per ddefinizione l'assenza dal luogo da cui si è partiti e tuttavia manca in questa aprola la brutale immediatezza che c'è in weg".
Ci sono dei capitoletti in cui lo scrittore inteviene e, addirittura, polemizza con i personaggi: ad esempio, il cap. 22, in cui critica pesantemente le religioni, le sette, le utopie, dopo che, nel cap. precedente, Lucia era stata sedotta da un guru biondo e bellissimo, capo di una setta.

"Solo allora cadde davvero il silenzio, quel silenzio totale, assoluto, che nasce dall'assenza di qualsiasi altro essere umano e che suscita in noi l'idea dlla nostra propria assenza tanto da farci dubitare della realtà del nostro esistere"
Sensazione che si prova talvolta in qualche landa solitaria e che ho provato molte volte viaggiando in Grecia.


VOLTI – Cees Nooteboom




1 commento:

Andrea Rényi ha detto...

Ho letto una decina di libri di Nooteboom, fra i quali anche questo, indubbiamente un buon libro. Per me il migliore in assoluto rimane "Il giorno dei morti", un'opera veramente notevole.