venerdì 22 marzo 2013

Il tempo è un bastardo di Jennifer Egan

Incipit:
"Cominciò come al solito, nel bagno del Lassimo Hotel, Sasha si stava ritoccando l'onbretto giallo davanti allo specchio, quando sul pavimento accanto al lavandino notò una borsa, probabilmente della signora che sentiva fare pipì piano piano da dietro la porta modello caveau di unodei gabinetti. Dal bordo della borsa, appena visibile, spuntava un portafoglio di pelle verde chiaro. Per Sasha fu facile rendersi conto, ripensandoci poi, che a provocarla era stata la fiducia cieca della donna. Viviamo in una città dove la gente ti ruba anche i capelli dalla testa, se solo gliene dai l'occasione, e tu molli la tua roba in bella vista aspettandoti pure di ritrovarla quando torni? Le aveva fatto venire voglia di darle una lezione"

Il libro è un intreccio di storie nelle quali ritornano, su piani temporali divesrsi, i vari personaggi. Tra questi Sasha, la segretaria cleptomane di Bennie Salazar, un musicista che farà carriera nel mondo dell'industria musicale. Anche i luoghi sono diversi: si passa da San Francisco a New York, a Napoli, al Kenia, durante un safari.
Variano anche i punti di vista e si passa dalla narrazione oggettiva in terza persona, a quella soggettiva in prima persona. Anche gli stili dei racconti sono diversi: divisioni in capitoletti, utilizzo di note a piè di pagina e, addirittura, di vere e proprie slide.
Forse la parte più interessante eoriginale è quella dell'intervista ad un'attrice famosa, raccontata dal giornalista: "Un pranzo di quaranta minuti: Kitty Jackson parla dell'amore, del successo e di ... Nixon!"

Nel complesso è un libro leggibile e vario, anche se un po' discontinuo. La scrittura è scorrevole.
Non mi ha appassionato eccessivamente, forse perchè non mi ha convinto del tutto l'eccessiva ricerca di originalità.

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