sabato 31 maggio 2008

La fortezza di Robert Hasz


Hasz Robert
La fortezza / Robert Hasz ; traduzione di Andrea Rényi. - Roma : Nottetempo, c2008. - 325 p. ; 20 cm

Incipit:
"Quel pergolato aveva qualcosa di magico che nemmeno Livius riusciva a capire; è pur vero che allora non se n'era dato pensiero. Accettava semplicemente il fatto che nel mondo ci fosse un piccolo paradiso recintato, dove si sentiva sempre bene. tutte le volte che ci ripensava però doveva ammettere che quello era il giardino meno curato di tutti. Faceva fatica a immaginare Fabrio con le cesoie in mano mentre tagliava i ramoscelli superflui degli alberi da frutto, o mentre frugava con la vanga tra i tralci di vite. Sorrideva al solo pensiero".


Naturalmente c'è una parte, o meglio un'atmosfera, che ricorda "Il deserto dei tartari", ad esempio nella descrizione della fortezza:
"Davanti a loro, a distanza ravvicinata, nella semioscurità brumosa, si delineavano i contorni sfocati di una roccaforte. Un tempo era stata sicuramente un castello medioevale, lo testimoniavano le alte mura, più spesse alla base che in cima, i resti di bastioni e la grande porta ad arcoin cui terminava la strada asfaltata in salita"

Ma è una fortezza strana nella quale si muovono soldati senza armi e senza alcuna missione apparente, in un posto dove affiorano ricordi e in un tempo sfasato rispetto al tempo reale. Alla fine il mistero e la missione della fortezza saranno rivelate ed emergerà il richiamo alla "grande storia" della Yugoslavia (la salma del Maresciallo) e della sua tragica distruzione, anche se la vicenda resta per consapevole scelta, molto sfumata. Ma emerge una certa nostalgia, nonostante tutto.
Un libro che si legge volentieri.


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